Ginettaccio apre a Mastella. Detta così apparirebbe una vera e propria notiziona, vorrebbe dire che il PD sannita, in modo assolutamente repentino, rinneghi un decennio di ostracismo al sindaco in carica e sia disposto addiritttura a fumare il calomet della pace. Oppure il sigaro, visto che Abbate è avvezzo a fumare quelli.
Ora, che il PD in questo decennio ne abbia fatte più di Carlo in Francia ed abbia inanellato sconfitte cocentissime è fuori di dubbio. A volte è quasi sembrato un fatto intenzionale ma una giravolta di tale portata è francamente incredibile. Eppure l’intervista di Anna Liberatore e pubblicata sul Mattino di oggi a Gino Abbate potrebbe indurre al sobbalzo.
“L’alleanza che c’è a livello regionale sul piano locale manca perché non c’è confronto” risponde Abbate alle domande della Liberatore, e poi; “l’atteggiamento dell’amministrazione è di chiusura, anche quando le posizioni della minoranza sono giuste. Penso che il campo largo debba essere aumentato a dismisura ma l’amministrazione Mastella deve scrollarsi di dosso lo status di egoismo ed egocentrismo.”
Parole che potrebbero far pensare ad una concertazione interna al partito, a De Caro folgorato sulla via che da Damasco porta a Ceppaloni. A venirci incontro però è Giovanni Cacciano, segretario provinciale del Partito Democratico del Sannio e in questo caso in veste di esegeta delle parole di Ginettaccio, che ha una sua chiave di lettura e che sostanzialmente sventa ogni riferimento a future alchimie che restano tali e che mai porteranno ad alcun abboccamento sul piano politico. “Quelle di Abbate sono parole che devono essere contestualizzate, dice il segretario, e che stigmatizzano la chiusura di Mastella ad ogni forma di dialogo, inteso come forma di confronto tra parti anche contrapposte e che non per questo deve approdare ad alleanze o a connubi di natura qualsivoglia. Proseguimo sulla via della netta contrapposizione al metodo mastelliano e a quella visione della politica” conclude Cacciano.