S’è allontanata, con la discrezione che le si riconosce, dalle pubbliche ribalte dopo l’insuccesso delle Europee. Lo stesso fece dopo l’altro insuccesso, quello delle Politiche del 2022; non una parola, non un commento se non quelli di prassi dopo ogni competizione. Il ritorno nell’ombra non è affatto una diminutio per Sandra Mastella che da un ventennio rappresenta il vero motore del mastellismo, a tratti il volto più intransigente, di sicuro il centro propulsore che è capace di caricarsi addosso anche le imprese più improbabili.
Sandra ci mette la faccia e di questo gliene va dato atto, tornare dietro le quinte per riassemblare il motore un pò ingolfato per lei è ordinaria amministrazione. All’orizzonte ci sono appuntamenti che richiedono cura e selezione del “personale” che è poi la cosa più importante. Ella sa bene che parole come fiducia, lealtà, fedeltà alla causa sono più plateali che altro; alla base deve esserci la convenienza “sinallagmatica”altrimenti ognuno fa le proprie valutazioni. E allora eccola a riannodare le fila. Voci di dentro narrano di una fitta rete di riunuoni, lontano da occhi indiscreti, con il suo stato maggiore in cui ripone piena ed incondizionata fiducia. Con queste amazzoni, pasionarie di specchiata devozione alla causa, Sandra prepara la sua stretegia che presuppone una conoscenza a 360 gradi dello scenario politico plausibile del prossimo biennio.
Carte alla mano, queste erinni disegnano il quadro della situazione. E partono da Ginettaccio, che si sa è assai ineressato alla candidatura per Palazzo Mosti, a Fausto Pepe di cui si insiste nel porlo nell’orbita di Forza Italia con gran clamore degli altri che si vedrebbero arrivare un ospite così ingombrante.
In questo contesto, ancora nebuloso, c’è anche lei. E si, la Mastella le sue carte se le vuole giocare eccome, Clemente permettendo, ma il sindaco sa come fare per placare i bollenti spiriti di delfini veri o presunti e anche ultimamente lo ha fatto capire che la “regione politica” potrebbe comprendere anche e soprattutto la moglie. Palazzo Mosti, Rocca o Regione fa quasi lo stesso, potendo scegliere lei propenderebbe per Napoli dove, in assoluto, ha meglio operato che altrove. E allora, sotto con convivi e riunioni perchè è meglio organizzarsi per tempo scremando e ammettendo al soglio gente su cui poter contare.
Gli altri facciano di necessità virtù. Mastella eredi non ne designa e anche chi presume di avere preso miglior posizione tra i canapi farebbe bene a stare in campana. Il mastellismo non ammette certezze, non ne può concedere, prevede però la sacralità della holding familiare che è l’asse portante che gli ha consentito di resistere al passare del tempo e delle condizioni. Che sia alle battute finali oppure no esso, il mastellismo made in Sandra, le sue carte se le giocherà fino alla fine e su questo non sembrano esserci dubbi.