Quel biodigestore non s’ha da fare. La formula manzoniana si cala a dovere nella vicenda dell’impianto che per molti anni ha contrapposto una comunità intera, quella della Valle del Sabato, sulla presenza o meno del biodigestore. Alla fine per ora l’hanno spuntata i sindaci di Altavilla, Tufo, Santa Paolina, Montefusco e Petruro cui la quinta sezione del tribunale amministrativo regionale della Campania, presieduta dal giuidice Maria Abbruzzese, ha dato ragione annullando le delibere della regione Campania e dello stesso comune di Chianche, da sempre a sostegno della costruzione dell’impianto.
Secondo il Tar, la cui udienza si era tenuta il 21 maggio scorso, la valutazione di impatto ambientale non ha considerato la elevata criticità alla circolazione stradale prodotta dagli automezzi in entrata e in uscita dall’impianto sulla strada provinciale 88, né che lo stesso impianto è stato localizzato in un contesto agricolo-naturalistico classificato nel piano territoriale della provincia di Avellino come zona agricola di alta qualità, in particolare per la produzione del Greco di Tufo DocG. E quindi, almeno per il momento, del biodigestore non se ne farà nulla.
Esultano comitati e sindaci dei cinque comuni irpini che hanno impugnato davanti al Tar della Campania la realizzazione dell’impianto. Il sindaco di Altavilla Vanni esprime soddisfazione ma anche una punta di amarezza
Non c’è rassegnazione nella parte avversa. Il sindaco di Chianche Grillo annuncia il ricorso al Consiglio di Stato ma non prima di avere esaminarto nel dettaglio i passaggi della sentenza.