Sanità, Nappi e Barone(LEGA): “urgentissimo intervenire su Sant’Agata dè Goti, altrimenti si rischiano morti”
Politica
“Se fosse vero che una persona, tra l’altro giovane, sia deceduta qualche sera fa a Sant’Agata de’ Goti dopo che sono intervenute ben due ambulanze, la seconda arrivata da Benevento dopo oltre 40 minuti, e senza che sia stato possibile trasportare il paziente all’ospedale della cittadina saticulana perché il pronto soccorso era stato chiuso alle 18 è un fatto di una gravità inaudita rispetto al quale è necessario un intervento immediato delle autorità competenti”.
Così il capogruppo della Lega in Regione Campania, Severino Nappi, e il responsabile della Coesione Territoriale del partito di Salvini, Luigi Barone. “È indispensabile accertare le responsabilità, capire se la persona deceduta poteva essere salvata, se le ambulanze sono intervenute in tempo, se tutto ha funzionato come avrebbe dovuto. Un fatto è però certo: il pronto soccorso dell’ospedale di Sant’Agata era chiuso dalle 18 e, al di là dell’intervento del 118, in ogni caso non si sarebbe potuto trasportare il paziente presso la struttura ospedaliera.
De Luca e il management della sanità sannita devono dare risposte chiare di soluzione all’assistenza ospedaliera e sanitaria, non possono nascondersi dietro il solito ‘non abbiamo personale’ perché è un qualcosa di stantio che nasconde scellerate responsabilità”, aggiungono Nappi e Barone che proseguono: “purtroppo nei giorni scorsi sempre a Sant’Agata de’ Goti si sono verificati casi di pazienti abbastanza gravi che per via del pronto soccorso chiuso sono stati trasportati, questa volta dai familiari, all’ospedale di Caserta.
Sembra addirittura che nell’intero ospedale di Sant’Agata ad oggi sia ricoverata una sola persona, segno che qualcuno voglia chiudere l’intera struttura. Speriamo, però, che dinanzi a questioni di tali gravità il presidente della Regione e i vertici sanitari si ravvedano e rendano il pronto soccorso di Sant’Agata fruibile h24, applicando per intero quanto previsto dal decreto 41. Diversamente continueremo la nostra battaglia in ogni sede”, concludono Nappi e Barone.
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