Cosa si saranno detti Mastella e Giorgione sorpresi dalle telecamere a parlare fitto fitto dalle parti del tribunale? Dei bei tempi di quando l’avvocato era parte del mastellismo? Poco credibile. E allora di cosa avrebbero potuto dialogare due uomini che hanno conosciuto fasi alterne nel loro burrascoso rapporto? Se un poco di acume non ci difetta Mastella avrà chiesto a Giorgione cosa ci sia di vero sulla paventata costituzione di un gruppo consiliare direttamente o indirettamente ispirato a Forza Italia, di cui s’è avanzata la possibilità nella giornata di ieri, un gruppo che di certo si porrà all’opposizione del sindaco e che già annovera proprio Gerardo Giorgione.
Avrà voluto sapere chi tra i suoi caldeggi la possibilità di fare il gran salto, magari tra coloro che di meno hanno avuto nel valzer delle poltrone tipico di ogni sistema di potere che si rispetti e del mastellismno in modo particolare. Gratitudine e riconoscenza non sono virtù contemplate in politica, a queste latitudini poi non ne parliamo, a partire dal vertice fino ad arrivare alla base, per cui nei momenti di stanca è molto semplice che ci si guardi attorno e si tenda a preservare il proprio gruzzolo elettorale che si ritiene eroso.
Telefoni roventi, quelli di Forza Italia, c’è chi chiama per un abbordaggio e chi per capire i margini e le convenienze di un’adesione ad un partito di governo; chi rivendica amicizie inveterate, chi come Mosè Principe prepara un riavvicinamento che potrebbe portare la consorte, Luigia Piccaluga, ad essere il secondo membro del nascente gruppo azzurro o di ispirazione azzurra.
Di un ritorno alle origine parlammo a proposito di Vizzi Sguera che si schermì facendo capire di attendere le elezioni e ora che sono passate potrebbe fare qualche valutazione diversa. Poi ci sono gli scontenti di maggioranza, qualcuno che in maggioranza ha ottenuto parecchio ma si guarda lo stesso attorno, insomma un nugolo di personaggi che sonda il campo e si prepara a nuove avventure. E se tra questi figurasse lo stesso Mastella che ha bisogno di capire come andarsi a posizionare per le battaglie di domani?
Il sindaco di Benevento, è noto, gioca su più tavoli. Oggi, per esempio, chiama De Luca e dimostra a Rubano che avere un’agendina fornita è meglio che urlare invano sotto le finestre del Governatore, ci riferiamo al problema dell’ospedale di Sant’Agata, ma potrebbe anche essersi informato con Giorgione su possibili “intese cordiali” con il parlamentare e magari chiedere ragione di cotanta virulenza di toni nei suoi confronti di quello che rimane però uno dei suoi prodotti più riusciti. Insomma, le grandi manovre del sindaco e dei suoi ascari sono iniziate e seguono il crisma consolidato dell’ognuno per se e Dio per tutti.