I Mastella e la conferenza stampa nella quale, pur non riuscendo nel complicatissimo intento di essere eletti, hanno esaltato la tenuta politica del loro movimento ed anzi ammesso di avere raccolto molto meno di quanto potenzialmente era ed è nelle loro capacità, dando appuntamento ad altre battaglie elettorali, le Regionali ma anche le Politiche prossime, dove addirittura il mastellismo esploderà con caterve di consensi, 100mila per loro stessa ammissione. Il che è sembrato eccessivo ma non per i coniugi Mastella.
Inaomma, non c’è margine per ammettere qualche defaillances e allora ci pensa Altrabenevento a scendere nei particolari e a dimostrare, secondo il proprio punto di vista, il motivo per il quale quella mastelliana è solo propaganda che nasconde un risultato mediocre.
“Mastella sa bene che subito dopo le elezioni, prima ancora delle analisi un po’ più ragionate, bisogna dare subito ai cittadini-elettori la certezza di aver vinto e quindi di essere ancora al potere, nascondendo la sconfitta.
Infatti, ieri mattina, i mastelliani hanno subito espresso soddisfazione perchè Sandra Mastella è stata la più votata a Benevento, senza considerare i voti annunciati, quelli ricevuti e le percentuali.
Ovviamente questa frottola di Mastella “vincitore” è stata subito strombazzata con vari articoli della “stampa amica” tra i quali si distingue quello di oggi del Mattino che nell’articolo dal titolo “Sandra vola ma non basta” scrive: “l’effetto Mastella si è sentito e soprattutto si è visto a Benevento città, dove addirittura è il primo partito (24,36%)“. Poi riporta le dichiarazioni dell’ex senatrice che sottolinea di aver preso voti “a mani nude, senza apparati di potere alle spalle e con la sola forza di una rete di amici e sostenitori”
Dimentica Il Mattino, che l’ex Ministro della Giustizia aveva annunciato 50.000 voti per la moglie in queste elezioni europee (ne vantò 100.000 alle regionali del 2020) ed invece in tutta la circoscrizione sud ne ha preso meno della metà.
Le vengono attribuite quasi 32.000 preferenze ma in buona parte si tratta del risultato della doppia preferenza, l’accoppiata con altri candidati uomini che hanno fatto votare i propri elettori anche per la donna collegata, Sandra, appunto.
Quindi anche i risultati di queste europee confermano il declino inarrestabile di Mastella, pure a Benevento città, dove sicuramente la moglie non ha preso “voti a mani nude” considerato che hanno fatto campagna elettorale per lei i nove costosissimi assessori, i 20 consiglieri comunali di maggioranza, gran parte dell’apparto burocratico del Comune, i vertici della Provincia e poi gli enti strumentali controllati dai mastelliani (Gesesa, ASI, ASIA; ecc).
Nonostante questa potente macchina elettorale, Sandra Mastella ha raccolto a Benevento solamente 4.204 voti, il 21,17 % del totale (la lista Stati Uniti d’Europa ha ottenuto complessivamente il 24,36% ma gli altri candidati non sono mastelliani).
Segnalo, che in altre realtà, i sindaci in carica candidati alle europee hanno ottento percentuali molto più alte.
Ad esempio a Bari, il candidato sindaco, Antonio Decaro ha ottenuto il 40% dei voti validi, nella lista PD che ha raccolto il 49,77%.
Se si considerano anche quelli ottenuti da altre liste di sinistra alleate del PD, si conferma che quel sindaco ha ancora la maggioranza nel capoluogo pugliese.
Invece a Benevento, Mastella, che ha fatto campagna elettorale in prima persona chiedendo voti per la sua buona amministrazione, sostenuto da tutta la sua maggioranza, ha raccolto solo 4.204 voti, il 21%, cioè un quinto, dei 19.858 voti validi, pari al 41% degli aventi diritto al voto (hanno votato 20.990 persone, pari al 43,59% degli elettori, ma ci sono state 1.132 schede bianche, nulle o contestate).
Tutte le liste, di varie tendenze, che sono all’opposizione nel Consiglio Comunale di Benevento hanno attenuto invece il 77% dei voti validi.
Quindi a Benevento oggi i mastelliani, nonostante tutti gli apparati di potere che occupano, rappresentano una nettissima minoranza, solo un quinto dei voti validi che corrispondono all’8,7% degli elettori e perciò si devono dimettere e consentire nuove elezioni comunali.”