A Benevento arriva il numero due della Lega Andrea Crippa. Viene per tirare la volata al candidato Luigi Barone che lo accoglie presso la sua segreteria di Viale Mellusi. E Crippa, sin da subito e con sorpresa, chiede scusa ai meridionali per i trascorsi del suo partito, nato in funzione antitaliana e antimeridionale in particolare; un gesto che potrebbe far pensare ad un opoera di captatio ma che invece da l’impressione della genuinità.
Crippa, il più alto in grado dopo Salvini, anticipato dalle introduzioni di Luigi Bocchino e di Alberto Mignone, referenti del partito sul territorio e da Luigi Barone che ha subito affrontato il tema dell’autonomia differenziata facendosene sostenitore senza se e scenza ma. “I problemi della sanità, della disoccupazione, del mancato sviluppo dei nostri territrori, dice, non possono essere addebitabili a qualcosa che ancora non c’è”, sostiene Barone, “ma che è retaggio del malgoverno di chi ha avuto in mano il potere e lo detiene ancora.
Ed anche Crippa ovviamente è dello stesso avviso e alla domanda se ad una economia così fragile l’autonomia differenziata non possa dare il colpo di grazia risponde che è tutta questione di classe dirigente
Mastella convitato di pietra ed è immancabile. Eletto a fonte di ogni nequizia, clientelismo e di familismo politico il sindaco di Benevento è come sempre nel mirino della Lega. Anche il mancato decollo dell’unità del centrodestra sannita è larvatamente addebitabile a Mastella, cosa non lontana dalla verità nel momento in cui una delle componenti del cartello che governa il Paese appare ambigua sulla distanza da tenere con il leader di Ceppaloni.
Crippa allora predica l’unità delle compagini che lo compongono, il superamento delle divisioni per cogliere il successo in Regione, peresempio,suoerando i personalismi e le contumelie politiche ma è questione anche qui di classe dirigente di cui il numero due della Lega auspica il cambiamento.