Nessun dubbio che Riccardo Feola sia uno dei personaggi della scena politico-amministrativa beneventana tra i più gettonati e forse chiacchierati del momento. Di certo non passa inosservato il sergretario generale, a Palazzo Mosti dal gennaio del 2022. Qualche gaffe, più di qualche gaffe, l’ha pure commessa, tanto per citarne una l’ultima sugli emendamenti dell’accordo di programma sul campo da golf, ma anche sulla delibera Sannio Acque qualche defaillance è stata oggettiva. E tuttavia attorno a lui si addensa un certo clima che non è proprio sereno.
Parente gli è ostile, Mastella traccheggia per non distrarsi dalla campagna elettorale, ma certe cose non sono andate a genio nemmeno a lui, forse gli resta Santamaria, di certo gli sta contro anche l’ex comandante Bosco autore di un attacco assai articolato contro di lui e contro Santamaria per via delle schede di valutazione del personale dipendente del Corpo di Polizia municipale di cui chiede l’eliminazione della determina dirigenziale.
In definitiva Feola appare oggettivamente l’anello debole della catena e per non farsi mancare nulla gli è piovuta addosso anche la scrollata di spalle di De Pierro sul Malies. Decisamente troppo anche per il Vomerese che probabilmente non si aspettava di trovarsi in mezzo ad un covo di vipere senza averne l’antidoto.
E in condizioni migliori non versa nemmeno Pasquale Pugliese, il comandante dei vigili, che cerca di puntellare la sua posizione, un po traballante, ma al quale è stato ordinato di non esacerbare gli animi e di aumentare gli agenti in strada. E anche Mastella, che aveva tributato sostegno a Pugliese or non è guari, oggi alla inaugurazuione del Laboratorio di Ingegneria, è tornato a sottolineare con veemenza che ognuno faccia il suo mestiere e che i vigili stiano proprio li, in strada.
Mastella come il cavaliere nero, tutte queste beghe lo irritano e lo distolgono da una campagna elettorale a dir poco estenuante, la quarta negli ultimi quattri anni. Troppe anche per uno stakanovista come lui.
