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De Pierro a guardia del bunker

De Pierro a guardia del bunker

20 Maggio 2024 | by Enzo Colarusso
De Pierro a guardia del bunker
Politica
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Non è un momento facile per Mastella e la sua allegra brigata. Poco allegra se consideriamo lo scivolone di questa mattina per l’affare degli emendamenti mancanti nell’accordo di programma sul campo da golf. Il sindaco è letteralmente esploso per la dabbenaggine della sua maggioranza che non legge le carte e poi finisce con entrambi i piedi nel sacco.

Farese, grave perdita per Mastella, le carte invece le legge eccome e così dopo la vicenda del doppio parere dei Revisori sulla questione Sannio Acque, vicenda che ha mandato su tutte le furie Parente, non più troppo coinvolto dal sindaco nelle decisioni che contano, oggi ha piazzato un nuovo siluro con i due emendamenti mancanti.

Maggioranza che ha cercato di pararsi ma senza troppo successo. Saggia la Molly a chiedere scusa per quanto accaduto, ancor di più il sindaco che vista la situazione e i rischi cui sarebbe andato incontro se non avesse agito per la revoca, ha deciso che era preferibile la brutta figura ma per tenersi le terga intonse. Ambienti di Palazzo però raccontano di un Mastella che non sarà disposto a tollerare ulteriori sciatterie e superficialità; sarà più che pronto a ricevere le dimissioni di quanti, dirigenti, burocarti e financo consiglieri ricadranno in queste situazioni. Il che non è affatto peregrino escluderlo ma ad elezioni lontane, metti che poi qualcuno gli alieni il voto…

Voto per il quale ha dovuto accelerare su Sannio Europa liquidando Sauchella e facendo spazio a Raffaele Del Vecchio. Ovviamente Lui non figura mai direttamente e da vecchia volpe democristiana si limita a giudicare proficuo l’avvicendamento per il rilancio della partecipata. Le polemiche? Je m’en fous, testa e cuore a far legna per le urne, il resto è solo noia.

E a testimonianza come è ormai un tutt’uno col telefono, stamane non si è quasi mai visto lasciando a Francesco De Pierro l’onere di salvare la patria mastellista dalle orde perifanee pronte ad azzannare all’odore del sangue. Una specie di prova del fuoco per l’aspirante successore al soglio che, al netto di qualche incazzatura superflua non se l’è cavata malaccio.

L’ha buttata un po in caciara, si, ma con arguzia per tenere a bada le stilettate velenose dei vari Miceli, Megna Perifano, ha arringato e arrembato visto il silenzio quasi tombale dei consiglieri di maggioranza, educati all’afasia più assoluta e al monosillabo di ordinanza.

“Abbiamo agito con senso di responsabilità”, dice, “sull’Accordo di Programma c’è stato senz’altro un inconveniente tecnico ma è innegabile che le minoranze abbiano speculato, anche per montare in Aula una gazzarra strumentale”.

Gazzarra mo è forse eccessivo ma Francesco ha dovuto utilizzare tutte le armi di cui è a conoscenza per arginare il momento. E allora passi anche un po di demagogia, De Pierro lasciato solo a difendere il fortino s’è difeso come un pugile costretto all’angolo, ha lavorato ai fianchi tenendi alta la guardia. “Non mi faccio incalzare da chi in Aula si è spacciato per grande urbanista (Miceli); di quali grandi trasformazioni aerchietttoniche s’è reso autore nei lunghi anni di governo, questo me lo deve spiegare.

Questa era la città dei teatri chiusi che noi abbiamo riaperto, la città del Mamozio a piazza Duomo e del parcheggio a piazza Orsini, una città buia che noi abbiamo illuminato negli angoli più suggestivi.

“Ho ricordato loro i tanti disastri del passato, da Cellarulo all’ex Malies alle incompiute del Piu Europa: era inaccettabile che l’amministrazione venisse tacciata di negligenza o scarso dinamismo. Le inaugurazioni, stupidamente vituperate, sono in realtà il frutto di complessi percorsi amministrativi che partono dall’abilità nell’intercettare le risorse e arrivano fino alla realizzazione concreta e operativa: altro che tagli del nastro su cui ironizzare. Stiamo cambiando in meglio la città, con capacità e impegno.”

Bene per oggi De Pierro ma per il futuro occorre molto di più. Può farci poco o nulla sulla dormienza di molti dei suoi consiglieri, nel momento in cui la loro azione è solo quella di alzare o meno il dito; è complicato pretendere che abbiano anche la capacità di leggersi le carte o di informarsi sui regolamenti. Li si vuole così e quelli così sono. Dovesse assurgere al soglio, un giorno, De Pierro ricordi il 20 maggio 2024.

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