Ancora polemiche politiche a non finire per il presidente della Regione Campania De Luca. Questa volta a finire al centro dell’eterno contrasto tra Napoli e Palazzo Chigi ci finisce addirittura Don Patriciello che loda l’operato del Governo che “sta mantenendo gli impegni presi nell’area nord di Napoli ed è mio dovere non solo dirlo ma anche ringraziare”.
Il Presidente della Regione, che si sa non è affatto nuovo ad uscite a valanga e non sempre divertenti, lo ha definito con sarcasmo “il Pippo Baudo dell’area nord di Napoli, con relativa frangetta”. E Don Patriciello gli risponde che gli dispiace per Pippo Baudo e che non ci può fare niente per la frangetta ma dice di essere pronto ad abbracciare De Luca; “sono un prete, ma tirare in ballo me in questo momento, sono sotto scorta perché i camorristi mi hanno messo una bomba, significa mettere a repentaglio la mia vita perché dice ai camorristi ‘avete fatto bene’ e questo mi preoccupa, sono parole del tutto fuori luogo”.
E da qui in avanti è un profluvio di interventi. Interviene la Premier in persona con un post affidato ai social. ” Così, deridendolo, il presidente della Regione Campania definisce Don Maurizio Patriciello, un prete, un uomo che cerca di combattere la camorra e dare risposte alle famiglie perbene dove quelli come De Luca non sono riusciti a farlo, o non hanno voluto farlo.
Padre Maurizio vive sotto scorta perché è diventato un obiettivo dei camorristi che non gradiscono la sua tenacia nell’allontanare i giovani dalla droga e dalla criminalità e invece di aiutare Padre Maurizio, fargli sentire il sostegno delle istituzioni, De Luca lo deride, e così facendo dà un segnale spaventoso. Voglio dire a Padre Maurizio che lo Stato c’è, al suo fianco. Che non è solo. E che gli uomini e le donne che non hanno scambiato le istituzioni per il palcoscenico di un cabaret, ma svolgono il loro compito con disciplina e onore, conoscono e riconoscono il valore dei suoi sacrifici
E visto che ad intervenire è stata la Presidente del Consiglio ecco la controreplica di De Luca, non meno tagliente.
“Devo rispondere all’On. Meloni, che non ha evidentemente nulla di serio di cui parlare, che la mia battuta non riguarda don Patriciello, ma la scorrettezza di chi ha strumentalizzato a fini di propaganda politica – quando ha presentato l’ipotesi di premierato – figure pubbliche che non c’entrano nulla con le riforme costituzionali.
Quanto a don Patriciello, sia detto con il massimo rispetto, ma con assoluta e definitiva chiarezza, che apprezziamo le sue battaglie, ma che non ha il monopolio della lotta contro la camorra. Ci sono innumerevoli cittadini, lavoratori, uomini di Chiesa e giovani, che sono quotidianamente e silenziosamente impegnati in questa battaglia. E che qualcuno di noi questa battaglia la fa da cinquant’anni, e magari avendo rinunciato a ogni scorta.
Per il resto, siamo impegnati oggi in un lavoro importante e positivo, anche con il contributo fondamentale del mondo religioso, sui temi della famiglia e della relativa legge regionale a cui stiamo lavorando. E stiamo combattendo, da soli, per sbloccare le risorse decisive per aprire cantieri e creare lavoro. Suggerirei a don Patriciello, amichevolmente, di avere un po’ più di ironia, soprattutto quando ci si presenta non sul piano dei rapporti istituzionali relativi alla tutela del nostro territorio, ma sul piano improprio della politica politicante”.