Casa Mastella. Il sindaco di Benevento parafrasa la famosa Casa Vianello di Sandra e Raimondo per lanciare ufficialmente la candidatura della moglie Sandra alle prossime elezioni Europee di giugno. E’ sicuro di portare a casa 50 mila voti grazie al cognome che porta ed è una sorta di chiamata alle armi per le truppe mastellate e si sa che quando il sindaco annusa l’aria delle urne si trasforma in un vera e propria macchina da guerra.
E non lo preoccupa affatto la discesa in campo di Renzi. “Vi garantisco che i voti li porta e al cinque per cento ci arriviamo”, dice spavaldo Mastella delle capacità del suo leader. Lui bada però al sodo. C’è da difendere il fortino, tentare la sortita ma vieppiù dare un segnale forte al proprio popolo, dopo qualche abbandono di troppo, tenerlo in carburazione e tenere altissima la tensione. E lui sa come si fa. I programmi? Non servono, serve invece mobilitarsi.
E poi andare all’abbordaggio dei rivali. Si chiede, per esempio, cosa c’entri Salvini con le Europee e vaticina un risultato magro della Lega al Sud. Ne ha anche per Calenda, col quale non smette di beccarsi. Con linguaggio assai forte liquida come “bagianata” l’ipotesi avanzata dal leader di Azione di un possibile approdo di Sandra in Fratelli d’Italia.
“Pensi semmai al suo partito che in Basilicata si è alleato con la destra” attacca Mastella per poi ricordare la querela al nipote di Comencini per il fatto di avere associato il suo nome alla mafia. Insomma, Mastella è già in trance elettorale, la versione che gli riesce di più in assoluto, e lo stesso fa Renzi che da Napoli lancia la sfida di Stati Uniti d’Europa attaccando pesantemente i leaders degli altri partiti che a suo dire sono falsamente candidati per Bruxelles ma invece saldamente ancorati alle proprie postazioni romane mentre lui, se eletto, andrà a Strasburgo per contribuire ad invertire la rotta di un ‘Europa che rischia di essere spazzata via dalla deriva della nuova contrapposizione est-ovest.