La destra al Governo del Paese e l’introduzione del Premierato, una spinta decisa per irrobustire l’azione di governo, preservarla dal rischio della instabilità, male endemico che ha caratterizzato la storia repubblicana dal 1948 in avanti. I sostenitori predicano l’assoluta esigenza di garantire la massima espressione della volontà popolare attraverso l’elezione diretta del Premier che oggi non è prevista dalla Costituzione e la riforma in senso maggioritario delle legge elettorale.
Chi vi si oppone ne scorge un vulnus al sistema democratico e all’equilibrio dei tre poteri, un accrescimento abnorme delle prerogative del Premier, con un Parlamento eletto ad effetto domino rispetto al Premier e la conseguente straripante ingerenza del Capo del Governo nella vita delle Camere e anche nella elezione del Presidente della Repubblica.
La riforma, definita anche ddl Casellati dal nome della proponente, la Ministra per le Riforme Istituzionali, avrà tempi molto lunghi, una maggioranza più ampia rispetto a quella prevista per le leggi ordinarie, e per scongiurare il referendum chi oggi governa il Paese avrà bisogno del voto dei due terzi dei componenti di ciascuna delle due Camere.
Intanto però cominciano a nascere i comitati nella eventualità che si arrivi alla fase referendaria. A Benevento il Comitato Sannio ha in animo di fare chiarezza, senza prendere posizioni precostuite almeno per il momento come dice Serena Marcarelli, portavoce del Comitato per la Riforma Costituzionale del Sannio.
C’è già un primo appuntamento di questo comitato che è previsto alla Rocca dei Rettori il prossimo 6 maggio alle 18,30 con la relazione di Vincenzo Casamassa, docente di Diritto Costituzionale presso l’Università del Sannio.
le dichiarazioni nel video che segue