“Accogliamo con piacere il provvedimento del neo commissario prefettizio di San Giorgio del Sannio, dr Salvatore Guerra, che annulla la delibera n. 5 del 5 dicembre 2023, con la quale la dr.ssa Patrizia Vicari aderiva a Sannio Acque srl, sconfessando il Consiglio comunale che aveva espresso una volontà perfettamente contraria, non aderendo alla costituenda società.” Lo scrive, in un comunicato, Giovanni Seneca leader di Acqua Bene Comune.
Seneca fa una sorta di “riassunto delle puntate precedenti” e parte dalla decisione, alquanto discussa e discutibile, del commissario prefettizio Dottoressa Patrizia Vicari che contravvenendo alla volontà del Consiglio comunale, che non aveva votato a favore dell’adesione a Sannio Acque, aveva invece deciso “motu proprio” di prendere la decisione opposta.
“Il Comitato Sannita Abc in data 11.12.2023 ha inviato una richiesta alla dr.ssa Vicari chiedendo l’annullamento dell’improvvida decisione, ritenendo che il commissario è chiamato all’ordinaria amministrazione, ma non può assumere importanti scelte politiche, quali l’affidamento dell’acqua alle multinazionali per 30 anni. La delibera prefettizia violava, due volte la sovranità popolare (art. 1 della Costituzione italiana), in primo luogo contraddicendo la delibera di consiglio n. 9 del 3 marzo 2023, ma soprattutto calpestando la volontà di 26 milioni d’italiani espressa con il referendum del 2011 (art. 75 Costituzione), in base al quale l’acqua deve restare fuori dal mercato. Non ce ne voglia la dr. Vicari, che si dimostrò molto garbata nei nostri confronti raggiungendoci telefonicamente, ma una delibera prefettizia non può calpestare la Costituzione, almeno fino a quando continueremo a definire il nostro un paese democratico.
Questa ulteriore tegola si abbatte su Sannio Acque e sull’Ente idrico sannita, che non riesce a trovare il bandolo della matassa. La discussione deve tornare nei Consigli comunali per prendere decisioni a favore del bene comune, alla luce delle recenti sentenze della Corte dei Conti. Non ci stanchiamo di rivolgere appelli alle forze in campo: a partire dal sindaco di Benevento, al PD a Civico 22 a Città Aperta, al Presidente della Provincia che nel comune di Faicchio di cui è sindaco, si è guardato bene dall’aderire a questo sciagurato progetto e per concludere al coordinatore di Noi di centro avv. Cosimo Lepore che, se la memoria non ci tradisce, aveva espresso approvazione per il nostro Comitato (ci auguriamo non svanita dinanzi ai mutati posizionamenti politici).
Una circostanza dovrebbe far riflettere la politica per capire quanto la scelta dei privati sia piena di ostacoli. Per privatizzare l’acqua ci vuole una complicata gara d’appalto europea, che, ancor prima di partire, sta incontrando numerose censure. Per mantenere un servizio locale nelle mani del pubblico, invece, basta l’approvazione di una relazione che ne dimostri l’efficienza, l’economicità e la convenienza per i cittadini.
Tant’è che la Giunta comunale di Benevento, con la delibera n. 48 del 06.03.2024 ha approvato tale relazione (ex articolo 14 del disegno legislativo 201 del 2022) per l’affidamento del servizio di igiene urbana in città ad ASIA, società totalmente pubblica. E siamo certi che il consiglio comunale ratificherà all’unanimità l’affidamento della gestione dei rifiuti all’ASIA, prima in Campania ad effettuare la raccolta differenziata. Non riusciamo a capire per quale motivo non si possa costituire anche in materia di servizio idrico una società totalmente pubblica.
Basti guardare l’eccellente gestione pubblica del SII con Napoli Acqua Bene Comune. Ricordiamo, invece, la ormai scaduta gestione targata ACEA/GEESA, che ha portato nel Sannio al sequestro giudiziario di 12 depuratori ed alla fornitura di acqua al tetracloroetilene, inizialmente negata e poi riconosciuta solo dopo le pressioni di Altra Benevento. Auspichiamo un forte dibattito politico e soprattutto la mobilitazione dei cittadini, proprio ora che il Governo Meloni ha partorito “Acque del sud Spa”, società che andrà a gestire i più importanti bacini idrici della Campania e della Basilicata, affidandone da subito il 30% delle quote alle multinazionali ed esautorando da ogni competenza le Regioni, che dovranno pagare l’acqua alle multinazionali.”