Riceviamo e pubblichiamo: il sindaco Mario Vanni esprime grande soddisfazione per l’ approvazione, (presente la sola maggioranza), per la seconda volta consecutiva, del bilancio di previsione senza utilizzare le proroghe che la legge concede.
Afferma che è sicuramente un primato ma è innanzitutto un indicatore di efficienza, oltre che una grande ricompensa per chi si dedica alla vita amministrativa ed ai propri concittadini.
Mai in passato sarebbe stato possibile una risultato del genere. Anzi.
Eppure c’è chi non ha il pudore di tacere nemmeno difronte ad un evidente virtuosismo che si consolida negli anni.
Si, perché in cinque anni di consiglio comunale abbiamo assistito solo ad insulti, ricostruzioni di comodo e scuse di ogni tipo per sfuggire ad un confronto responsabile sui problemi.
A fare da contrappeso al nostro impegno, al nostro lavoro ed ai risultati lusinghieri, infatti, si contrappone un triste bilancio, fatto di assenza di contenuti utili per il paese che altri hanno scelto di consegnare agli elettori.
Quando non va bene mai niente fino a negare l’evidenza, si perde di credibilità e difronte a richieste di documenti facilmente riscontrabili, poiché atti pubblici, si prova un sentimento di umana compassione perché si percepisce che il vero limite è tutt’altro che politico.
Siamo, nostro malgrado, costretti ad assistere a spettacoli, per certi versi esilaranti ma, di certo, non adeguati al luogo ed alle persone che in questo ambito, nel tempo, si sono misurate sulla proposta, sulla capacità di gestione, sull’interesse generale e sul desiderio di migliorare il paese.
Il tenore è lo stesso di quello che si apprezza sui profili social che fanno capo alla opposizione: da dove emerge un tentativo di raccontare le cose in maniera tanto deformata quanto più è forte l’improvvisazione ed il livore di chi le racconta.
Si coglie una evidente cattiveria ed un preoccupante, patologico, diffuso, desiderio di vendetta che è molto personale e poco politico.
Si confida nel passo falso e si fa comunella tra odiatori, senza progetti per il paese, ma mossi solo da pericolose smanie personali.
Insomma una avversione che nasce da un sentimento innato che il sommo poeta colloca nel fango torbido del quinto girone infernale, tra gli iracondi e gli accidiosi ovvero tra coloro che in vita si sono fatti travolgere dall’ira, percuotendo e dilaniando il prossimo, per essere poi finiti a trascorrere l’eternità immersi nelle acque paludose del fiume infernale, nudi e infangati, dove si percuotono e si mordono ferocemente l’un l’altro, emettendo continui sospiri.
Sono privati per sempre della parola e della vista del mondo, quel mondo che in vita non hanno saputo apprezzare, perché, hanno covato interiormente rancori e senso di rivalsa.
L’ira acceca la mente, fomenta l’odio e scatena una rabbia esplosiva, è un dolore profondo che spinge ad agire oltre la ragione.
Ed è l’ira a guidare la mano violenta, spietata e crudele di chi scrive spesso anche in anonimato, cattiverie gratuite.
Abbiamo ascoltato faticose ricostruzioni, esposte in Consiglio Comunale, con tono irriguardoso verso le istituzioni come il Presidente del Consiglio e verso il pubblico presente prima ancora che verso l’interlocutore politico.
Quando si apre la bocca, nell’ aula consiliare, dovremmo ricordarci dei Caruso, dei Villani, dei Ferrara, dei Di Troia, dei Bruno, dei Luongo, dei Sardone, dei Rossi, dei Camerlengo, dei Sarti dei Crescitelli, dei Centrella per non parlare dei Fabrizio, dei Severino, dei Giordano, dei Capone e dei tanti altri personaggi che ci hanno preceduto tra questi banchi.
Ogni volta che si chiede la parola bisognerebbe capire che non si sta parlando all’avversario di una partita a briscola, ne ci si può comportare come una scimmietta ammaestrata per un like su tik tok.
L’aula consiliare è il luogo delle scelte e queste richiedono preparazione, capacità, compostezza e responsabilità.
Ognuno di noi dovrebbe arricchire questo luogo con la sua storia e la sua esperienza ma si fatica a registrare un valido contributo da parte di alcuni in questa direzione.
A tale proposito la storia di “liberi per Altavilla” è fatta di coerenza rispetto ad un percorso politico finalizzato unicamente a migliorare il governo del paese intorno a dei valori e degli obiettivi per i quali il movimento è nato, è cresciuto, ha operato ed ha aggregato.
Abbiamo sentito inebriate affermazioni sul concetto di amicizia.
Attenzione a non confondere il lupo con l’agnello, i fatti ci dicono che è andata proprio in maniera opposta a come ci si prepara a raccontarla ed a come la si è raccontata in una fallimentare campagna elettorale dove la gente ha chiaramente espresso il proprio distacco da chi conosce bene l’arte di infangare e lo fa a partire dai suoi stessi compagni di viaggio, definendo chi ciuccio, chi lungo e fesso, chi puzzolente, chi lavoratore a nero, chi incapace di fare “o” col bicchiere, chi affarista del terremoto e ci fermiamo qui perché l’elenco è lungo.
Si propongono nomi con la solita incognita dell’ultimo minuto e col famoso teorema “del melone uscito bianco”.
Per carità se sta bene ai destinatari di certi appellativi, figuriamoci a noi.
Alla nota presunzione, di chi si rivolge all’interlocutore politico con arroganza e irriconoscenza si contrappone l’impegno e la lealtà dei Vanni, i Coviello, i Camerlengo, i Di Troia, i Taddeo, i Severino, i Tirri, i La Bella, i Dente e i Luongo.
E, perché no, anche di coloro che nella minoranza si distinguono per aver avuto il coraggio di affrontare i problemi del paese mostrando senso di responsabilità e rispetto per gli elettori.
In circa dici anni nonostante le tante richieste dei cittadini non ci siamo sono mai addentrati in atti tecnici di competenza degli uffici, per questo, non capiamo che utilità collettiva abbia il sapere chi presenta la SCIA al comune e quale tecnico abbia scelto il cittadino.
Un movimento è destinato a crescere solo se si mostra capace di guardare agli interessi complessivi cercando di aggregare le persone interessate unicamente a condividere un progetto per il paese e non a basare le alleanze sulla spartizione degli incarichi legali del comune.
Quando un movimento politico si identifica negli interessi personali di una persona o di un familiare al punto tale da condividerne i contenuti di un ricorso in ambito urbanistico vuol dire che tutto c’è, tranne la politica e l’interesse, generale, del paese.
Da oggi in poi noi siamo qua anche per informare la pubblica opinione di questo, perché noi siamo quelli che hanno fugato le ombre di un affarismo post terremoto, siamo quelli che hanno rispetto per le leggi come ad esempio quella sulla parità di genere, siamo quelli che non sprecano risorse pubbliche e non lasciano le cose a metà come la piscina comunale, voluta guarda caso lontano dagli impianti sportivi dove non potevano essere intralciati gli interessi di chi aveva messo gli occhi sui terreni dell’area sportiva e di cui ci si fa ipocritamente difensori oggi, dopo aver dato avvio, per un capriccio, ad un irrinunciabile giudizio contro.
Noi forse, abbiamo realizzato anche un piccolo parco proporzionato al nostro soggiorno, ma di certo non sprechiamo risorse per opere inutili come quei grossi e costosi muraglioni del PIP, costati laute parcelle professionali, oggi crollati e concausa dei dissesti in contrada pezze.
Noi non realizziamo reti fognarie sottodimensionate perché tanto stanno nascoste, per poi risultare inadeguate anche a raccoglie la pipì di un cane tanto da richiedere continui e costosi interventi di espurgo.
Perché facciamo passi misurati ed alla portata del comune senza strafare e senza fare le cose pagandole a babbo morto.
Noi siamo quelli che hanno difeso i cittadini tanto dai virus quanto da quelle eminenze grigie, in cerca di incarichi tecnici e legali, che oggi si agitano e si confondono con quella parte politica capace di gioire anche per le sventure altrui e che per loro natura non fanno proposte ma esposti.
Esposti, anonimi o a firma disconosciuta, tendenti a ricercare ciò che non si è mai trovato e, perciò, siamo ancora qua a continuare la nostra opera.
Per evitare che lo strumento urbanistico sia finalizzato a realizzare gli interessi di chi amministra con consumo di nuovo suolo ai danni della comunità.
Per affrontare il fenomeno dell’abbandono degli immobili del centro storico ed orientare l’edilizia verso il recupero degli edifici esistenti ed abbandonati.
Per evitare la ripresa di una espansione urbanistica senza controllo causa di allagamenti, smottamenti e costi per interventi di manutenzione ai danni dei cittadini.
Per evitare il ritorno del pressappochismo amministrativo e di una gestione allegra del contenzioso e delle casse comunali.
Adesso è troppo comodo fare finta di dimenticare i responsabili di un indebitamento del comune al punto tale che la Corte dei Conti ci richiamava, i fornitori ci facevano causa e le compagnie assicurative non rinnovavano le polizze.
Per noi parlano i fatti e si da il caso che apparteniamo a quella parte politica che ha posto rimedio alle preoccupazioni che i consiglieri Filomena Sole e Brunella Asfalto, nel 2010, esponevano al consiglio comunale quando, testualmente, dicevano “…il comune non riesce a restituire più le anticipazioni di cassa attivate anni fa… noi abbiamo a questo punto la certezza che stia rotolando lungo il crinale di una altura che lo porterà in un buco senza fondo” e difatti la situazione di cassa al 30/06/2014 faceva registrare un buco di – € 547.529,22.
Brutti ricordi di un tempo che fu ma solo perché abbiamo lavorato sodo in questi anni provvedendo a realizzare nuove opere ed a pagare anche quelle realizzate da chi ci ha preceduto.
I fatti dicono che per portare avanti la politica di risanamento senza aumentare le tasse ai cittadini, si è fatto ricorso alle anticipazioni di liquidità con i seguenti mutui:
€ 312.504,88 posizione n. 630 per i debiti al 31/12/2012;
€ 1.295.651,04 posizione n. 5365 per i debiti al 31/12/2013;
€ 611.583,79 posizione n. K0010385 per i debiti al 31/12/2014.
Per un totale pari ad € 2.219.739,71 da restituire in 30 anni con rate annuali di circa € 80 mila.
I fatti dicono che da un lato c’era chi per concorrere al risanamento del comune ha rinunciato alle indennità di carica e dall’altro chi, dopo aver riempito di debiti il comune, pretendeva pure i soldi che non aveva fatto in tempo a prendersi quando era in carica.
Ed è solo grazie all’opera di risanamento che siamo riusciti a mettere mano a quelle opere, come la manutenzione delle strade o la realizzazione di spazi urbani che, non rientrando tra quelle finanziabili e si possono realizzare solo accedendo ai mutui della Cassa Depositi e Prestiti.
Attenzione però, noi non permetteremo che si ritorni a spendere e spandere perché il nostro impegno e il nostro sacrificio non venga vanificato ma sia la base per costruire il futuro del paese e dei giovani.
Noi abbiamo investito in cultura anche se questo non tutti lo apprezzano soprattutto chi si perde nei grandi salotti ed evidentemente è interessato ad altri valori ma non pretendiamo di cavare il sangue dalle rape e riteniamo che l’ostentazione sia il linguaggio dei mediocri.
Perché noi a differenza di altri, non vogliamo che il paese sia conosciuto per fatti di cronaca, noi e la maggior parte dei cittadini non ricaviamo reddito delle disgrazie altrui e riteniamo che la delinquenza rappresenta un piaga di questo paese che va sanata anche investendo in cultura.
Perché apparteniamo alla categoria dell’Essere e non a quella dell’Avere!
Noi abbiamo scelto di fare politica, non per soldi ma per passione e ci gratifica essere al servizio della comunità.
I nostri terreni, agricoli erano ed agricoli sono rimasti e per questo non abbiamo fatto causa al comune per farli diventare edificabili.
In ultimo bisogna precisare che la vendita del macello, peraltro realizzata con una procedura pubblica cui tutti potevano partecipare, è servita, in parte, a finanziare l’acquisto dell’ex cinema per riqualificare due spazi urbani in evidente stato di abbandono e degrado.
Ci dispiace dover registrare che si fa opposizione sperando nel coinvolgimento di chi amministra e degli uffici comunali in vicende giudiziarie come possono essere un incidente sul lavoro o la chiusura della mensa scolastica, fatti ai quali il Sindaco e l’Amministrazione sono risultati ovviamente estranei.
Anzi ci sia consentito esprimere il nostro personale apprezzamento per come l’assessore Tirri si occupa della sua delega e per come tiene a cuore la scuola ed il benessere degli alunni.
Altavilla conserva il suo ambito scolastico è questo un risultato importante dietro al quale c’è tanto lavoro da parte del Sindaco, dell’assessore delegato, dell’amministrazione e tutti di coloro che lavorano solo nell’interesse del paese. Ci dispiace per chi confidava nella prosecuzione di passate reggenze.
L’incapacità di affrontare l’avversario sulla proposta e la propensione al contenzioso fa riflettere sulle attitudini di chi si propone e sui rischi a cui sono esposti i cittadini.
Questo ci motiva ulteriormente perché vuol dire che un altro virus si aggira per il paese, non meno socialmente pericoloso del Covid: è quello che potremmo chiamare dell’incattivimento sociale o inimicizia sociale che porta a vedere nell’altro il nemico da cui difendersi o da demolire per fare meglio i propri interessi.
Quando il cittadino chiede aiuto a questo Sindaco è ben consapevole che non corre il rischio di dover ricambiare pagando una lauta parcella.
Ci sono soggetti che si vedono come gli sciacalli solo in prossimità delle elezioni.
Ma, a quanto pare, la campagna acquisti finora ha dato risultati deludenti.
Dopo le inevase lettere a Maria De Filippi per cercare di recuperare gli ex amici, ai quali le sceneggiate napoletane ed i mea culpa, non fanno più impressione, ci si rivolge ai soliti faccendieri cioè a coloro che non pensano al paese ma solo a gestire incarichi e parcelle professionali.
È evidente che la campagna elettorale è incominciata ma se è incominciata da dove è finita quella precedente anche noi siamo pronti a ripartire da dove ci eravamo lasciati.
Incominciamo rispolverando la memoria perché anche questa volta ci sia un voto consapevole.
Liberi per Altavilla