La pausa natalizia da tregua alla turbolenta vicenda politica legata alle provinciali del 21 dicembre. La maggioranza mastelliana ha sostanzialmente retto, confermando la preminenza consiliare ma perdendo un consigliere, passando da sei a cinque, e molti voti ponderati specie nei piccoli centri finiti appannaggio del centrodestra che fa la sua rentrèe in un consesso istituzionale. Mastella paga a caro prezzo la sua preminenza alla Rocca.
Di primo acchito si può dire che abbia represso la fonte maggiore del dissenso interno, quel gruppo abbatiano che ha sagacemente eroso nel tempo; in primis sfilando Alboino e poi dopo un serrate arcigno anche Marcello Palladino portandolo dalla propria parte. Non ci è riuscito con Farese, l’elemento di maggiore personalità, che per ora non pare intenzionato a lasciare la maggioranza e sembra orientato a rimanere nei ranghi mastelliani ma da indipendente.
Ora il prossimo passaggio per l’abbatiano è il confronto con Palladino che ancora non c’è stato fatto salvo un breve scambio di umori nella immediatezza della revoca della delega all’Istruzione. Si farà molto probabilmente a inizio 2024 per capire se il capogruppo abbandonerà Noi Campani e se sarà il caso in quale settore approderà senza turbare gli equilibri delle commissioni. Certo per Farese restare in maggioranza, alla lunga, potrebbe essere una coabitazione impossibile anche perchè i provvedimenti da varare, che attendono l’Amminstrazione a partire da gennaio, sono da subito di straordinaria importanza.
Di certo il dissenso di Farese è diretta conseguenza del baratro che s’è aperto con Gino Abbate il che significa non avere più rappresentanza in Consiglio Regionale visto che Ginettaccio trascina con se anche la Luigia Iodice, dal canto suo da tempo distante da Mastella. Se poi ci mettiamo anche i brindisi prenatalizi di Abbate con De Caro e Cacciano, le cui foto impazzano sul web, è facile dedurre che la “consecutio temporum” renda il solco ancora più profondo.
Mastella però non resta a guardare. Ieri ha avuto ospite “l’amico” Piantedosi a Benevento. Il Ministro degli Interni ha visitato Hortus e Ipogeo accompoagnato da sindaco, consorte e canonico corteo consiliare al seguito, omaggiato dal saluto generoso dei cittadini lungo Corso Garibaldi, come riportano le cronache di Via Annunziata, e chissà se non si sia anche affrontato il tema politico per una apertura a destra, Piantedosi è stato individuato come una testa di ponte, ma è un’ipotesi al momento improbabile sebbene Matera lo abbia posto come soluzione possibile. Renzi potrebbe anche non valere una messa ma è quella per ora la pista su cui lavorare.