Chi si attendeva una risposta immediata all’esautoramento più o meno condiviso di Gianfranco Ucciè ormai dalla segreteria cittadina di Noi di Centro è servito. E chi ancora riteneva il rapporto tra Gino Abbate e il suo “paziente” Mastella intonso è servito ugualmente. Ginettaccio non è per nulla diplomatico, è sanguigno ed è uno che non le manda a dire e per questo quando l’ormai onnipresente Fatto Quotidiano gli è andato a chiedere cosa ne pensasse dei concorsi e dei politici che vi hanno preso parte e in sei hanno li anche vinti ha dichiarato che per lui “…è una questione morale rispetto a una situazione imbarazzante. Dovrebbe essere la norma evitare certe contaminazioni, e mi riferisco non soltanto al caso di Chiusolo, ma a tutti gli amministratori che hanno trovato possibilità occupazionali all’interno dell’ente Provincia. Per carità, sono tutti bravissimi, ma chi esercita un ruolo politico sul territorio dovrebbe evitare che il cittadino si ponga certe domande”.
E non si contano più i distinguo, dagli scavi di Piazza Cardinal Pacca, su cui ebbe a dire parole colorite in merito a chi avesse avuto l’idea del progetto, come sui dirigenti comunali, sulla classe di governo cittadina come sui massimi responsabili sanitari, di ieri e anche di oggi.
Ora, su concorsopoli ha usato parole tutto sommato di buon senso che lo stesso sindaco, nell’intervento reso a La 7, aveva sostanzialmente condiviso nel momento in cui aveva ammesso anche lui la inopportunità di certi comportamenti. “Io ho posto una questione etica, morale”, ci ha detto Abbate, “e se questo è il terreno su cui dobbiamo confrontarci credo che non ci siano argomenti per loro” alludendo sia ai diretti interessati, sia per estensione ai falchi dell’Amministrazione Mastella contro i quali ha ufficialmente aperto le ostilità.
Da parte di quelli è abbastanza chiaro che Abbate e i suoi derivati stiano parecchio sulle balle e rappresentino ormai un corpo estraneo e vorrebbero liberarsene. L’operazione Lepore è una dimostrazione del tentativo tetragono dei “pasdaran” di far fuori Ginettaccio dai centri di potere di Noi di Centro con la benedizione di Mastella che però frena i bollenti spiriti dei suoi accoliti più oltranzisti perchè non gli conviene affatto andare all’esasperazione ma “tenere il carro per la scesa” è palestra assai complicata anche per lui.
E si che per il Ceppalonico è più facile volare alto sui tavoli di negoziato nazionali o regionali dove si esalta o lo opina che regolare le faccende interne a casa sua con l’irrequieto medico personale che giovedi andrà a dire chiaro e tondo a De Luca che lui di aderire al gruppo unico con Italia Viva non ne ha alcuna urgenza e nemmeno la Iodice. “Nessuno mi farà litigare con Clemente”, aveva detto Gino non molto tempo fa, ma questo atteggiamento rischia di far saltare la ragnatela del Nostro mandandogli in vacca la festa.
Ora la domanda sorge spontanea; ma chi è veramente Gino Abbate? Uno che sa il fatto suo e che ha già un mezzo accordo con qualche altro partito che sta magari su uno dei tre viali cittadini e quindi fa strategia, oppure è un cavallo pazzo che sgancia calci “ad cazzum canis” perchè magari è fuori dalla cerchia dei fedelissimi che invece lo ignorano e si spartiscono famelici ciò che resta del bottino presagendo la fine prossima? Di certo sa bene cosa sia il mastellismo, di cui dice di essere ai margini, ma quello che si comprende abbastanza chiaramente è che sta di molto incazzato ed essendo incontenibile è una scheggia impazzita capace di tutto. E ciò sa Mastella, molto bene. Rari nantes in gurgite vasto…