Mastella, sempre Mastella, fortissimamente Mastella. Il sindaco di Benevento mai tanto attivo come in questi giorni, trova il tempo per fare tante cose. Incontra Renzi e stabilisce che il Centro non è morto, anzi, l’Italia ne ha bisogno per garantire la propria democrazia; da Roma scende a Napoli e va a trovare De Luca scortato dai fedelissimi De Pierro, Parente e Di Maria, col quale rimembra l’idillio dei tempi del covid quando, consorti, diedero vita ad un connubio durato parecchio e su basi eminentemente pragmatiche che ha garantito ad entrambi longevità politica.
Che si sono detti i due? Al di là dei convenevoli con De Luca in comune hanno la frenesia del terzo mandato e su quella base il Nostro sta cercando di imbastire un disperato tentativo di riavvicinamento. Ancora una volta il pragmatismo la fa da padrona anche se questa volta la questione è molto più “pindarica” di quattro o cinque anni fa. Qui si gioca sul vorrei ma non posso per cui oltre il convenevolo e magari qualche affermazione di agibilità politica, vedi l’assessorato da rivendicare, è probabile che si ottenga assai poco. De Luca non ha urgenza di apportare modifiche alla sua giunta e se pure ce ne sarà motivo se ne parlerà dopo le Europee quando il quadro apparirà un poco più nitido.
Nel frattempo l’indemoniato Mastella trova pure il tempo di andare in tv, nazionali si badi bene, e di fare una “pezza” Gabriele Corona sui concorsi alla Provincia annunciandone l’ennesima querela ma mai nominandalo, si sbatte per difendere a spada tratta i suoi accoliti badando bene però ad ammettere che tutto sommato qualcuno avrebbe anche potuto starsene buono buonino a casa sua e magari evitare di fare concorsi essendo amministratore pubblico. Da bonus pater familias si limita a “consigliare” ma poi ognuno fa quello che vuole, ci mancherebbe.
Prima della comparsata sulla tv “amica” trova pure il tempo di sentirsi con Fulvio Martusciello che si candida per le Europee ed ha estremo bisogno di voti. All’europrlamentare, il Nostro ha chiesto in cambio di togliergli dai “gabbasisi” Rubano che però ha quasi estromesso il Martusciello dalle cose del Sannio, gli ha fatto terra bruciata attorno in sostanza. Tanti suoi amici in Campania non lo rivoteranno proprio perché lui è in rotta con Rubano il cui legame con Tajani è una garanzia inattaccabile. Porte non chiuse, blindate.
Ma l’azione di Mastella finisce qui? Macchè. Ti convoca gli abbatiani Farese e Palladino, due che gli scassano i coglioni anche troppo. A costoro fa discorsi distensivi ma poco convincenti. Gli animi, per una certa reverenza verso il personaggio, non sono mai stati troppo esagitati e al sindaco i due hanno riproposto il tema della interlocuzione. Uno su tutti il diktat sulle candidature provinciali che il Nostro ha imposto, Capuano e Panunzio e chi non ci sta se ne faccia una ragione.
“Nulla contro di loro ai quali ci accomuna un rapporto di affetto e di stima ma non è questa la via maestra per arrivare a decidere i fatti”, gli avrebbero detto i due consiglieri che hanno ribadito il loro disinteresse ad una candidatura personale. Mastella si sarebbe schermito alla sua maniera assicurando e promettendo ma è carta conosciuta, troppo conosciuta. Anche l’emarginazione di Gino Abbate è stata al centro della discussione che si è chiusa con la reciproca manifestazione di stima ma nessuna certezza, nemmeno sul voto ponderato alle Provinciali che era poi l’obiettivo unico del sindaco. Le Provinciali sono davvero la preoccupazione massima di Mastella; perdere lì sarebbe determinante per la sua impalcatura di potere ma le avvisaglie non sono rassicuranti e Lui lo sa molto bene.