Civico 22 commenta l’indagine di Cittadinanzattiva che pone la città di Benevento al decismo posto in Italia tra le città dove si paga una TARI più salata. “Non è affatto una sorpresa se solo si confronta il piano tariffario del 2023 con quello del 2022. Appare immediatamente evidente che il totale dei costi (circa 16 milioni) è identico, così come identico è il totale dei rifiuti. Anzi, se si confrontano le determine dirigenziali delle utenze TARI 2023 con quelle dell’anno precedente, addirittura abbiamo un importo leggermente più alto a fronte di un’utenza complessiva che diminuisce.
Civico 22 si chiede il perchè ci sia stato questo leggero calo “che consente di gettare fumo negli occhi e rendere la notizia meno indigesta. A ben vedere l’indagine di Cittadinanzattiva considera una “famiglia tipo” di 3 persone e un’abitazione di 100 mq, categoria sulla quale abbiamo questi famigerati 3 euro di risparmio. Un calo, tra l’altro, talmente irrisorio, da non consentire al capoluogo di uscire dalla top ten dei peggiori. Per la verità, già all’indomani dei comunicati roboanti che annunciavano questo “calo” si scatenò l’ilarità social. Il peso, insomma, sulle famiglie resta altissimo e si fa sentire ancor di più se si considera la contingenza economica non proprio favorevole.
Tornando ai numeri TARI e uscendo per un attimo dall’esempio della “famiglia tipo” di cui alla recente ricerca, va anche detto che a fronte di un gettito di poco inferiore sulle utenze domestiche rispetto all’anno precedente, registriamo un incremento del gettito delle non domestiche. E non potrebbe essere altrimenti, visto che, come detto il totale tra 2022 e 2023 non cambia di una virgola.
A margine, lo abbiamo detto e lo ribadiamo, il piano tariffario del 2023 è stato un vero e proprio pasticcio, pieno di errori davvero imbarazzanti – forse nella convinzione che nessuno li avrebbe letti e/o compresi – tanto che l’approvazione in Consiglio comunale ha visto ben tre rinvii! E nonostante questo, le tabelle restano comunque incomprensibili ai comuni mortali, alla faccia della trasparenza.
Nel ginepraio dei numeri e delle tabelle, restano le certezze: da un lato, i cittadini che si spendono in prima persona per mantenere buoni livelli di differenziata, dall’altro, una tariffa che resta tra le più alte d’Italia.
Se l’ASIA non verrà dotata al più presto di un piano industriale capace di completare la filiera – valorizzando i nostri rifiuti come fanno le città più virtuose di Italia – l’orizzonte non potrà che peggiorare in futuro. Secondo le proiezioni dell’ARERA (autorità amministrativa indipendente che svolge un’attività di regolazione e di controllo del ciclo dei rifiuti), è probabile che anche per i prossimi anni non ci si sposterà molto da questi numeri.
Unico sollievo potrebbe arrivare dalla restituzione degli importi che erroneamente il Comune avrebbe calcolato nel 2023, pari a circa 284mila euro. Notizia, questa dell’errore riportato da ARERA nell’approvazione del piano tariffario 2022-2025, passata un po’ in sordina.
Più che sbandierare la notizia dei “3 euro di calo” servirebbe lavorare per dare maggiore trasparenza nella costruzione della tariffa, che, ricordiamolo, non è una tassa, ma una cifra pagata per un servizio. Più alto è il costo a carico dei cittadini serviti peggiore è il Piano industriale. Siamo tra i peggiori di Italia al momento.”