Mastella non commenta e forse mai lo farà l’addio di Fabio Solano che però conferma quanto complicata sia l’operazione di tenere unita una schiera che oggettivamente è pervasa da pulsioni secessioniste. E la situazione si fa addirittura più acuta se verrà confermata la notizia in base alla quale domani il sindaco di Limatola Domenico Parisi, presidente provinciale di Noi di Centro, annuncerà il suo distacco da Mastella per legarsi, molto presumibilmente, a Forza Italia.
Non appare certo come un fulmine a ciel sereno la probabile decisione di Parisi di mollare Mastella, i rapporti sono tesi da molto tempo, ma di certo contribuisce a rendere questo periodo ancora più rovente. Ieri l’altro la decisione di Fabio Solano, una mente che passa al diretto avversario, cosa che vale molto di più dei voti che più o meno si possono portare alla causa. E proprio sulla questione della quantità di voti che interviene il vicesegretario provinciale di Forza Italia Giorgione, che in una lunga “filippica” indirizza un messaggio “morale” quanto spietato al sindaco di Benevento, una sorta di lettera aperta nella quale emerge chiaro come a reggere il sistema di potere mastellista siano proprio i riconoscimenti che il Ceppalonico sagacemente distribuisce tenendo conto del cambiamento dei tempi e delle disponibilità che ha. Giorgione attacca sul versante della presunta sufficienza mostrata dal sindaco nei confronti di coloro che senza troppi consensi hanno scelto la strada dell’abbandono.
“Carissimo sindaco, per l’ennesima volta ha offeso coloro che hanno contributo, anche con poco, a farla eleggere. Rammento a me stesso che per farla vincere ci siamo battuti, senza risparmio e senza riposo, per diversi giorni . Abbiamo combattuto anche insieme a quelli da 15 o 6 o 0 voti, che lei ha fatto chiamare per comporre le numerose liste a sostegno della coalizione, e con lei come generale. Carissimo sindaco per ogni lista in suo aiuto almeno 7 o 8 candidati di ogni lista hanno portato, con dignità e credendo in lei, almeno 10 voti che, moltiplicati per le liste, fanno un totale importante anzi “ determinante “.
Rilegga i risultati finali, la differenza tra Lei e il candidato sindaco Perifano è stata minima, ma dirimente. Carissimo sindaco faccia così (e non è un consiglio, poiché non ne sono in grado ) ringrazi l’esercito da pochissimi voti, lo ringrazi con doviziosa umiltà poiché “quella gente da pochi voti “ ha contributo in larga parte alla nostra vittoria. Si sono battuti al nostro fianco anche se non avevano nessuna speranza, se non quella di sentirsi importanti e non letteralmente “ ignorati “ come ha fatto e dichiarato Lei.
Io, ad esempio, sarei stato eletto lo stesso anche se Lei avesse perso al ballottaggio ma, insieme a loro, ho dato il massimo e, mi creda, se non fosse stato per i portatori di pochi voti
Lei oggi non farebbe il Sindaco. Indi, non avrebbe potuto rinnovare alcun consiglio di amministrazione o nominare la giunta e magari modificarla in corso d’opera, indicare tecnici o far vincere un proprio rappresentante alle ultime elezioni provinciali. Lei, senza i piccoli, sarebbe stato sconfitto. In ultimo, ma non per importanza, le ricordo che “ogni lungo cammino inizia con un passo “ , come ci ha insegnato un grande di nome Mao. Sindaco tutti siamo importanti e tutti possiamo essere “ vinti .“