La vicenda delle indennità di cui legittimamente godranno sindaco e assessori della sua giunta attira l’attenzione di Altrabenevento. Gabriele Corona parte dalle indennità del sindaco. Si sa che Mastella ha limitato il suo appannaggio a 3800 euro e rotti al mese, aveva detto sin dal 2016 di rinunciarvi e secondo la nostra opinione sbagliando: la retribuzione responsabilizza e lavorare gratis, a tutti i livelli è sinonimo di scarsa credibilità a maggior ragione quando si amministra la Cosa Pubblica. Mastella quindi, sempre a nostro avviso, dovrebbe intascare l’intero appannaggio che la legge gli mette a disposizione; non farlo lascia perplessi e di più fa nascere qualche interrogativo. Va da se che la questione non è nuova, essa è stata già affrontata a fasi alterne, ma ora riprende vigore alla luce anche del nostro modesto articolo e delle inevitabili polemiche politiche che ne sono scaturite. D qualche parte si sostiene che in clima di dissesto dei conti comunali gli aumenti non sono sostenibili, da altre sponde si fa riferimento alla”quaestio moralis”, motivazione assai fragile di questi tempi. Corona, da parte sua, attacca col sindaco ripromettendosi di farlo con gli assessori e coi consiglieri che in tutta questa storia ancora non hanno fatto trapelare la loro opinione.
Corona va subito diretto a quello che ritiene il punto nodale dell’intera questione: lo sforamento del tetto del reddito.
“Clemente Mastella che nella campagna elettorale del 2016 aveva annunciato di voler rinunciare alla indennità spettante al sindaco, ha invece percepito sempre un “compenso”, seppure ridotto per motivi che non ha spiegato. Attualmente, gli viene calcolata la stessa indennità che spetta ai sindaci delle città con popolazione da 100.000 a 250.000 abitanti e quindi dal 1° gennaio 2023 dovrebbe percepire € 8.011,68. Invece con una lettera del 13 gennaio ha comunicato che si accontenta di € 3.860,42 per non superare nel corso dell’anno il totale di € 46.325,00. Mastella non spiega perché si vuole limitare a questa cifra ma è evidente che vuole evitare il cumulo di “reddito da attività politica” che potrebbe comportare la sospensione del vitalizio di oltre 100.000 euro che percepisce per la sua ex attività parlamentare.
Con il Modello 730 anno 2022 ha dichiarato il reddito di 252.032 euro per l’anno 2021 dei quali 83.445 per pensioni (forse di giornalista, attività svolta per pochissimo tempo prima della lunga aspettativa parlamentare) e 166.587 euro per vitalizi o indennità da attività politica. La Camera e il Senato, con diversi regolamenti, hanno stabilito che l’ex parlamentare può perdere il vitalizio se percepisce una indennità di carica, come il sindaco, che supera una certa percentuale del suo reddito. E’ questo il motivo che induce il sindaco Mastella ad accontentarsi della indennità pagata dal Comune di Benevento per un totale annuo di 43.325 euro ?
Dovrebbero spiegarlo chiaramente l’ex Ministro della Giustizia e i suoi sostenitori impegnati invece nella polemica fumosa con Forza Italia. E dovrebbero spiegare anche quanto costano gli altri servizi garantiti al sindaco (auto, autostrada, carburante, trasferte, indennità speciali per i suoi autisti, ecc.)
Da tempo si racconta che i lauti compensi, i vitalizi e le pensioni dei parlamentari si giustificano con la necessità del politico di far fronte alle spese che deve sostenere per la sua attività, ma nel caso di Mastella questo assunto vacilla in modo particolare. Infatti, nella dichiarazione che ha presentato dopo la recente rielezione del 2021, ha scritto di avere speso 54.900 euro per la campagna elettorale, tutti pagati da altri: € 25.000 sono stati versati da Diego della Valle e figlio; € 15.000 dalla società Basile Group (interessata alla realizzazione del campo da Golf); € 5.000 dalla società Moccia Irme (Ipermercato Buonvento); € 4.900 dalla Cloud Finance ed infine € 5.000 dal figlio Elio.
Mastella Mario Clemente e la moglie Alessandrina Lonardo che godono di vitalizi e indennità di alcune centinaia di migliaia di euro all’anno per attività politica, non hanno speso neppure un euro per la campagna elettorale del 2021, pagata in gran parte da imprenditori locali e non.
E questo fa una certa impressione!
Di carne al fuoco, nell’autunno che si prospetta caldo, ce ne è a bizzeffe.