Cinzia Antonino e Sebastian Limata. Sono loro due che contribuiscono in modo robusto ad animare la dialettica politica ferragostana, rinverdendo l’antico adagio partenopeo per cui i foderi combattono mentre le sciabole stanno appese, absit iniuria verbis.
Sta di fatto che l’uno “insinua” che dietro la volontà dell’altra di rivedere la sua decisione vi sia la assai convincente manina furtiva ceppalonica mentre l’altra smentisce tale assunto e replica sostenendo che la reazione di Limata la convince sempre di più della bontà della decisione di fare dietrofront. “Quanto afferma Limata è palesemente in malafede,” sostiene la consigliera di Pago Veiano, “mai sono stata avvicinata dai Mastella, che per giunta in questo periodo sono fuori Benevento. E non conosco i metodi mastelliani di cui parla. Ho sempre agito con la mia testa e preso decisioni da sola. Mai convinta da nessuno. Limata, non avendo altri argomenti seri, mi attacca. Ho sempre avuto un ottimo riscontro ad ogni mia candidatura e sin dai tempi dell’Udeur, dalla mia prima candidatura, ho constatato come agire sempre con le idee mie. Si offende così l’intelligenza umana e questo non lo posso permettere da professionista e da donna seria. E con ciò chiudo ogni polemica. ” Fusse ca fusse la vorta bona…??