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Mastella chiude il caso Scarinzi

Mastella chiude il caso Scarinzi

19 Giugno 2023 | by Enzo Colarusso
Mastella chiude il caso Scarinzi
Politica
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“I malumori passano”. Lo aveva detto Clemente Mastella stamattina alla domanda postagli da Diego De Lucia. E come sempre il sindaco, nonostante il periodo non proprio di forma, è stato capace di essere all’altezza delle sue capacità catechizzando Gigi Scarinzi che a più d’uno aveva dato l’impressione di procedere dritto per la sua strada e cioè quella di rimettere i suoi incarichi, tranne quello di consigliere, e di assumere un atteggiamento critico verso la sua parte. E invece il potere taumaturgico di Mastella ha fatto centro se alla fine del confronto di questa sera a casa sua ha convinto il suo capostaff che non era il caso di proseguire sui binari della intransigenza e che sarebbe stato meglio fosse tornato indietro.

 

“Continueró con maggiore vigore la mia attività politica e amministrativa nella sua squadra”, ha scritto in una nota Scarinzi, dopo avere lasciato casa Mastella. “E’ stato un incontro cordiale in cui con la massima franchezza gli ho rappresentato alcune criticità in ordine ad una serie di fattori che nell’ultimo periodo mi avevano suscitato più di qualche perplessità ma da lui ho ricevuto una ulteriore attestazione di fiducia, stima e affetto che mi hanno indotto a rivedere le mie posizioni”.  Usa il termine catartico Scarinzi per definire il confronto alla fine del quale non si dimette più ma la sua esacerbazione probabilmente resta e non è detto che le sue rivendicazioni siano tutte accolte dal Ceppalonico.

 

Ceppalonico che sa bene che quelle istanze non hanno natura politica, non sono ispirate da una diversa visione dell’attività amministrativa o addirittura “ideologica, il che sarebbe stata una “crisi del dubbio” difficile da risolvere in un quarto d’ora scarso. Sono bensì di natura cadreghista, terragna, e sono assai più facilmente circoscrivibili e quindi superabili. Scarinzi e con lui anche altri che tacciono ma covano un certo risentimento temono l’erosione del consenso presso un elettorato che da loro pretende di vedersi tornare indietro il quantum in base al quale li hanno votati; se questo quantum latita ecco che ci si rivolge altrove e questo è un rischio mortale per chi fa politica a queste condizioni.

 

Ora, il nostro aveva attaccato i potentati del mastellismo, quelle consorterie di potere che detengono le redini e gestiscono il cerchio magico che è appannaggio di pochi e non basta detenere il gruzzolo per farne parte perchè esistono altre alchimie che contano. Conta la lealtà, per esempio. Mastella si fida di Lombardi perchè non lo ha mai abbandonato e di Ambrosone, idem, Parente manco a dirsi anche se è una mente pensante e in quanto tale non è proprio conforme ai canoni di quella congrega ma Lui sa che all’occorrenza è il solo a fornire indicazioni razionali e a risolvere i casini. Ginettaccio è Ginettaccio, è il suo fidato medico personale, mentre i nuovi satrapi, vedi Barone, garantiscono affidabilità e sono funzionali ma Clem sa bene che su di loro si può fare affidamento fino ad un certo punto.

 

Il resto fa da contorno, se portano acqua al mulino bene e quando non ritengono di essere accontentati si aziona l’arte tutta democrista della mediazione e della mitezza, che è poi la capacità di convincere i recalcitranti interlocutori ad avere ottenuto qualcosa quando invece è l’esatto contrario. Con Scarinzi è più o meno plausibile che sia andata così e che qualche concessione “arroccata” sia stata presa in considerazione. D’altra parte col 2024 riprende la giostra elettorale e non è consigliabile disperdere energie.

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