Mentre su Piazza Cardinal Pacca cala il manto bianco che ne cela la visuale, proseguono i rilevamenti degli archeologi su una delle due tombe restituite alla luce nei giorni passati. Elemento di estremo interesse è la presenza di tracce affrescate in una delle tombe che è all’attenzione degli archeologi, quella che ieri ha fatto registrare la presenza di uno scheletro intatto.
Ora all’esame degli esperti, che stanno lavorando nell’area centrale dello scavo e che potrebbe contenere anche altre tombe ancora in fase di monitoraggio, c’è l’accertamento della datazione dei resti rinvenuti, se appartengono ad un’epoca che si potrebbe ricondurre ad età sannitica o se invece siano parte di un ipogeo al di sotto del convento del IX secolo. Sono mere e forse anche sbagliate supposizioni ma fanno comunque ritenere che la piazza potrebbe riservare altre sorprese sempre che la Soprintendenza ritenga l’indagine tutt’altro che conclusa.
Ieri nel summit a Palazzo Mosti Mastella ha ribadito la ineluttabilità del front-office e il comunicato seguente il vertice va in direzione di una rapida conclusione degli scavi per far posto al verde pubblico e quindi alla struttura che si vuole impiantare.
Nel silenzio dell’Amministrazione, che ieri non ha inteso rilasciare dichiarazioni attenendosi alle disposizioni del sindaco e al solo comunicato stampa, così come la Soprintendenza, l’opposizione va all’attacco. “Mastella, usando i soldi dei contribuenti, ha fatto scavare una buca larga quasi quanto tutta la piazza e poi ha deciso di richiuderla” e cita addirittura Carlo Emilio Gadda e il famoso “pasticciaccio brutto”. La storia della buca che fu scavata e venne richiusa, siamo certi, diventerà a breve un classico della cultura popolare beneventana. Un racconto triste con momenti di inconsapevole ilarità”. E ci va duro anche Gabriele Corona che per primo ha immortalato lo scheletro intero tornato alla luce e che non esita a coinvolgere nella polemica la stessa Soprintendenza.
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