Ho chiesto formalmente nell’aula della Camera un impegno chiaro al governo a preservare -nell’ambito della Missione M5 – Componente C3 Intervento 4- la realizzazione del Terminal scalo merci con annessa area di smistamento, carico e scarico container e casse mobili e snodo intermodale ferro/gomma per imbarco semi rimorchi nella valle dell’Ufita con l’obiettivo di farne cerniera infrastrutturale tra Tirreno ed Adriatico e rafforzando le capacità di crescita e sviluppo del territorio. Lo dichiara Toni Ricciardi, deputato irpino del Pd che sulla questione ha chiesto un impegno al governo con un ordine del giorno al decreto PNRR in esame alla Camera
“Ho segnalato, prosegue Ricciardi, come nel comprensorio territoriale in oggetto è ubicata anche una importantissima area industriale con realtà produttive di rilevanza nazionale e internazionale oggetto di investimenti pubblici e privati, a partire dall’ex Iveco, oggi Industria Italiana Autobus e che suddetta area industriale ricade anche in ambito ZES”.
“L’ho fatto -aggiunge il deputato irpino- perché sono molto preoccupato dalle notizie che circolano e dalla mancata chiarezza da parte del governo: sarebbe molto grave se il finanziamento per la realizzazione dello scalo merci di Valle Ufita fosse cancellato nell’ambito della confusa e approssimativa revisione del PNRR che il governo ha in mente di realizzare”.
“Deve essere chiaro al governo nazionale e ai rappresentanti della maggioranza, soprattutto quelli eletti nel Mezzogiorno, che la realizzazione del Terminal Logistico in Valle Ufita è strategica non solo per il territorio in questione ma per tutto il Meridione. Non è un caso che dal territorio sia partita una forte mobilitazione per rivendicare la realizzazione di questa infrastruttura. È del tutto evidente che stralciare dal PNRR il finanziamento di quest’opera infliggerebbe un durissimo colpo alle speranze di crescita e di sviluppo dell’area e farebbe venire meno il principio per il quale è stato adottato il PNRR e cioè quello di colmare il gap esistente tra aree sviluppate e aree interne. Non vi è sviluppo se non si rafforzano le infrastrutture in grado di abbattere le diseconomie che penalizzano le aree appenniniche come appunto quella in oggetto.
Ho sfidato il governo ha pronunciarsi pubblicamente su un tema così importante per il futuro del Paese”. conclude il deputato