Una Pasqua che è trascorsa all’insegna del tema delle Provinciali, un argomento che è diventato sorprendentemente centrale al dibattito politico tanto da concentrare l’attenzione de media tra un pezzo di pastiera e uno di casatiello. Forza Italia ha sentito forte l’impeto di convocare la stampa nel bel mezzo dei preparativi pasquali per raccontare, a coloro che diligentemente hanno risposto all’invito, di come ci si stia preparando alla “singolar tenzone” e per farlo il deputato sannita Rubano ha convocato anche l’europarlamentare Martusciello che, probabilmente, ha trovato uno spazio tra i suoi tanti impegni da riservare a Benevento proprio in questo frangente. Cosa hanno detto di così impellente i due rappresentanti azzurri? Che le elezioni si terranno entro il 2024, che il ritorno alla sovranità popolare ripristina le procedure di una istituzione che i governi a guida PD avevano scelleratamente individuato come la madre di tutti gli sprechi, che ora bisogna rimediare predisponendo una legge adeguata a ripristinarne le prerogative.
E tuttavia la Camera ha esaminato il disegno di legge presentato dal Governo che introduce un sistema di elezione di secondo grado per il presidente della provincia e per i consiglieri provinciali. L’ipotesi sarebbe anche quella di attendere il 2025 per equiparare l’elezione di presidente e Consiglio ma può anche darsi che si procederà diversamente. L’esame del provvedimento, tuttavia, non si è concluso per cui la sicumera con la quale le forze politiche già presagiscono elezioni per il 2024 appare assai precipitoso. Nonostante ciò in questo bizzarro paese si è scatenata una ridda di dichiarazioni bellicose assai. “Mai con Mastella”, tuona Martusciello, nella conferenza stampa di sabato mattina, “con il sindaco di Benevento si è chiusa una stagione politica tanto tempo fa, non è con lui che si costruisce il futuro”.
E allora con chi? Rubano chiama in causa i “delusi del centrosinistra” tra i quali ci mette anche De Caro, forse, col quale il rapporto, anche in termini di collaborazione è ottimo almeno da agosto 2022 a seguire, ma la strategia si allunga anche al recupero politico di Erminia Mazzoni e Pasquale Viespoli oltre ad un osservatorio che sia in grado di intercettare la voce dell’opinione pubblica. In sostanza Rubano e Martusciello disegnano, quando sarà, il post-Mastella che però di farsi definitivamente da parte non pare abbia troppa intenzione.
Dalle colonne del Sannio Quotidiano spunta fuori che Agostinelli, il segretario del partito del sindaco, sia sicuro del fatto che il Ceppalonico capeggi la lista per dare l’assalto all’ultimo scranno che manca alla sua personale collezione, proprio quello di inquilino della Rocca. Lui lascia dire, ovviamente, ma sta cosa della Provincia non è poi così inedita, anche se era stata vagheggiata come piano B per Sandra ai tempi della sfortunata avventura delle Politiche, ma molto dipenderà dalle forze che lo sorreggeranno anche perchè di mezzo ci sono anche le Europee e poi le Regionali, in cui vorrà dire la sua e poi le Provinciali stesse.
E c’è sempre il gran numero di questuanti tra i suoi che non aspettano altro che di acchiapparsi qualcosa e uno scranno provinciale potrebbe surrogare alla fame atavica cadreghista che li pervade. Insomma, in nove anni di sindacatura ne avrà trascorsi sette ad “inciarmare” liste e campagne elettorali; un vero record e un dispendio di energie senza eguali per uno che si era ripromesso di chiudere la sua parabola dorata con l’elezione a sindaco, non c’è che dire. Vero è che in quasi tutte le competizioni c’era la gentil consorte che da settembre in avanti ha avuto l’intelligenza di uscire di scena per preparare, forse, il gran rientro di cui crediamo in pochi ne sentano l’assoluto bisogno, a parte chi la vota ca va sans dire…. In definitiva, un sabato santo di proclami e di prospettive insopprimibili e che andavano analizzate come se non ci fosse un domani. Ma va bene anche così se ci sarà anche un solo taccuino a raccoglierle.