Mala tempora currunt tra le sfuggenti mura di Palazzo Mosti. La deflagrazione dei rapporti tra Ato e Provincia è oramai una questione politica, un conflitto tiutt’altro che carsico cui nessuno, nemmeno Mastella, sembra poter porre rimedio. Dal sindaco si attenderebbe un intervento deciso ma, per ora, si preferisce attendere che il clima sia meno surriscaldato anche se la sensazione è che siamo in piena escalation dello scontro ormai senza più quartiere tra pezzi di mastellismo che addirittura si minacciano apertamente di azioni legali. Un buco che potrebbe trasformarsi in voragine all’interno dei rapporti di forza della galassia mastelliana e innescare un effetto domino di prorporzioni notevoli e di difficile contenimento. Reticenti a mostrarsi ma non a scrivere i protagonisti, per cui in assenza di una verifica ognuno scava trincee nel tentativo, forse, di costituirsi un salvacondotto per il futuro prossimo, politicamente parlando. Per non parlare del campo da golf su cui ne vedremo ancora parecchie nei prossimi giorni. E così è anche nei rapporti tra politica e burocrazia di Palazzo al Comune. Qui volano gli stracci se addirittura il capo degli uffici comunali Feola è costretto a rilasciare interviste per richiamare all’ordine i bollenti e autonomi spiriti dei suoi dirigenti basilischi, altra casta abituata negli anni alla totale impermeabilità dal contesto in cui operano. E nel silenzio di Mastella, che probabilmente non ha il polso della situazione e sembra insofferente anche ai Consigli comunali, l’impressione è che davvero si annoi, si consumano anche le tensioni che si alimentano all’interno delle commissioni consiliari. Anche oggi c’è stata forte polemica per via dell’assenza del dirigente ai Lavori Pubblici Iadicicco con la Megna assai agitata e Gigi Scarinzi non meno esacerbato. Si sarebbe dovuto discutere di un’altra cosa kafkiana che è il bando periferie, il core business delle strategie mastelliane, che rischia miseramente di fallire, se non è già fallito. La maggioranza tace, l’opposizione incalza.
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