Le lunghissime procedure notarili per dare vita alla Seam, società completamente a capitale pubblico dell’Ato, che i vertici di via Torrette hanno designato come proprio braccio operativo nella gestione degli impianti che renderanno possibile il ciclo integrato dei rifiuti. Un passaggio importante, circa tre ore di certosina lettura di tutte le clausole prima di conferire nelle mani di Giovanna Razzano e dei suoi 5 collaboratori, tutti commercialisti e tutti di comprovata fede mastelliana, l’incarico di iniziare un lungo percorso che dovrà portare all’emancipazione della provincia sannita dal problema rifiuti. Samte è alle battute finali. Ovvio che fino alla definitiva entrata in scena di Seam sarà ancora la partecipata provinciale a svolgere l’ordinaria amministrazione ma il dado è tratto e quindi il futuro sarà profondamente diverso. Un piccolo scisma nel complicato sistema di potere mastelliano nel quale la parte perdente sembrerebbe quella che fa capo a Lombardi e alla Provincia che tanto si sono battuti per il ritorno in bonis di Samte ma alla fine l’hanno spuntata a via Torrette. Mastella si è limitato ad osservare quanto accadesse nel suo entourage senza mai entrare in merito alla contesa esercitando, in definitva, un ruolo terzo. Sempre però nel controllo assoluto delle operazioni per cui chi mastica amaro è solo la Rocca, almeno per quanto si evince. Lo attesta la totale appartenenza ceppalonica dell’equipe che affiancherà la Razzano per farsene un’idea. L’opposizione commenta l’andamento dei fatti. Per Giovanni De Lorenzo, consigliere PD, la questione mantiene connotati di ambiguità in riferimento all’impegno finanziario dell’amministrazione per saldare i propri debiti con Samte.