La bocciatura della Corte dei Conti sezione campana fa segnare un forte rallentamento nella costituzione dei distretti idrici integrati cui la Regione aveva dato priorità assoluta brandendo a più riprese la’arma della diffida nei confronti di quei comuni che non avessero deliberato per tempo. Dapprima il 20 di gennaio, poi l’8 febbraio in termini più perentori, pena il commissariamento e lo spauracchio di Invitalia a decidere per tutti.
Ora la faccenda si complica, i tempi si allungano, insomma qualche certezza sembra venir meno. Pompilio Forgione fa professione di ottimismo. Il coordinatore del distretto Forgione si dice stupito dal parere della Corte dei Conti, cita l’analogo caso molisano e fondamentalmente ritiene superabile la questione riproponendo ai Consigli comunali la delibera con l’aggiunta di quei dati significativi per la gestione del servizio idrico che i giudici contabili reputano indispensabili e ci riferiamo alla copertura economica e finanziaria.
Il sindaco Mastella chiama in causa direttamente l’Eic. La rersponsabilità non è del suo apparato di potere ma dell’ente idrico campano e sottolinea che non è in discussione la formula mista pubblico-privata, di cui, per altro, i giufìdici non fanno fatto mensione nel parere negativo espresso. I sei sindaci che non hanno inteso aderire al distretto, rebus sic stantibus. Lucio Ferella da Baselice si dice soddisfatto che i giudici abbiano riconosciuto la fondatezza delle perplessità di quanti si sono opposti sin da subito.
Ora il prossimo step è costituto dal ricorso al tar dei sei sindaci dissidenti e qui la lotta si fa durissima. Mastella schiera Abbamonte, la Regione Contini, due autorevoli professori universitari che si giocano molto della loro reputazione in una vicenda che si offre ora ad un percorso che ha perso molto di quelle certezze granitiche di un tempo.
