Ottocentrocinquanta pagine del Piano d’Ambito, altre 54 quelle dello statuto di Sannio Acque Srl, una valanga di tecnicismi che vanno ad unirsi all’esigenza di attenersi entro i limti temporali dell’8 di febbraio, non un minuto di più. Sono, in sintesi, le voluminose pagine che compongono la base fondante del sistema idrico integrato del Sannio, a’ sensi dell’articolo 149 bis del decreto legislativo 152/2006, società a partecipazione pubblico, per il 55%, privata per il restante 45%. Essa dovrà farsi carico di tutta la materia legata al ciclo delle acque, con relativo profitto cosa contro cui si battono i “defensores del Chaco” dell’acqua pubbblica senza se e senza ma.
Ma il dado è ormai tratto, forse, e allora ideologia a parte chi esprime perplessità chiede che quanto meno siano rispettati i tempi e le modalità più consone. Questi signori sono i membri dell’opposizione in Consiglio comunale che oggi, nella seduta congiunta delle commissioni LL.PP. e Ambiente (leggi qui) hanno votato contro la delibera della maggioranza che approderà in Consiglio martedi 31 gennaio. e lo hanno fatto argomentando la assoluta illegittimità di una votazione che non avrebbe lasciato loro se non una mera azione notarile non avendo in mano quasi nulla di quei documenti di cui sopra
Finalino sull’ormai diffuso sistema dei collegamenti cosiddetti da remoto. Se appare complicato parlare in presenza figuriamoci a distanza con le linee telefoniche sempre balbettanti. Abbiamo raccolto il comprensibile risentimento della presidente della Commissione Bilancio Tomaciello, all’uscita dalla seduta di pertinenza e che ha affrontato i temi legati ai tributi, che ha tuonato contro quello che reputa un andazzo mortificante e una mancanza di tatto nei confronti di coloro che invece partecipano regolarmente ai lavori.