“Immagino il Pd degli iscritti, dove quanti hanno al tessera e fino ad ora non hanno contato nulla, contino per davvero. Tutte le decisioni dovranno essere sottoposte a primarie ponderate, con il voto degli iscritti che vale doppio e quello degli elettori 1. Sottoporremo agli iscritti ciò che vogliamo fare per il paese e le candidature che non prevedono preferenze. Vogliamo rappresentare i lavoratori concretamente, dall’interno, modificandone lo statuto. Più diritti universali, quelli che oggi ad esempio non valgono per le Partite Iva come il diritto alla malattia e alla maternità. Un partito progressista e moderno che accompagnai le persone che vogliono stare dentro al cambiamento”. È questo il Partito Democratico di Paola De Micheli, questa sera intervenuta nella sede provinciale di Avellino per presentare la sua candidatura alla segreteria nazionale. Al tavolo con lei il segretario provinciale Nello Pizza, il presidente Gerardo Capodilupo e il componente della segretaria nonché consigliere comunale del capoluogo, Luca Cipriano.
All’ex ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, una raffica di domande sul futuro del Pd ma anche del Sud. Si parte dal suo totale disaccordo sull’Autonomia Differenziata: “Sono la più meridionalista dei candidati per quello che ho fatto in questi anni, sono stati qui spesso e gli interventi infrastrutturali più importanti degli ultimi 30 anni li abbiamo fatti noi. Abbiamo sbloccato la NA-Ba e finanziato opere in Meridione con altri criteri, non sulla base del mercato e delle coperture. Abbiamo invertito il rapporto. Il modello Calderoli, e non solo, mi vede molto distante. Non si può parlare di autonomia, secondo me, quando i servizi erogati alle persone non sono uguali ovunque ma c’è una netta disuguaglianza tra Nord e Sud”.
Interrogata sul rapporto con il M5S, poi, la parlamentare è netta: “Più il Pd sarà forte e solido meglio potremo discutere con i 5S di programmi e alleanze da un punto di vista diverso. In questi territori il rapporto ora sarebbe sbilanciato, visto che qui hanno avuto grande riscontro. Ma con i 5S ci sono stata al Governo e penso che le dinamiche politiche con loro potrei gestirle da segretaria di partito”.
Intanto, tra la candidatura di Stefano Bonancini e quella di Elly Schlein sembra non esserci tanto spazio per una terza opzione. Ma la De Micheli tira diritta per la sua strada e non ascolta i sondaggi: “In realtà la mia candidatura è stata la prima ad essere definita ma poi non è stata sostenuta dalle correnti nazionali che magari hanno deciso così riuniti in 5 in una stanza. Io vado avanti e farò la mia campagna. Non mi ritiro, vediamo cosa accade. Anche perché per me è un valore avere un’autonomia rispetto a queste aree di pensiero che in un grande partito devono esserci ma non si devono ridurre al volere di pochi”.
Infine, sul la critica per un ruolo di opposizione al Governo e alla maggioranza di centrodestra troppo blando da parte del Pd, la candidata alla segreteria conclude: “Non credo sia così, sulla manovra stiamo producendo emendamenti giusti ed equilibrati e poi la legislatura è partita da poco. Mentre a noi credo serva, comunque, questa fase di riflessione per schiarirci le idee e capire come rilanciare il Pd”.