Surrealismi…idrici e le bacchettate “bipartisan” di Vizzi Sguera
Politica
La questione dell’acqua contaminata da tetracloroetilene dei pozzi di Pezzapiana. Gesesa ha ribadito che la potabilità è assicurata e che non c’è, bontà sua, alcuna discriminazione tra cittadini di serie A e di serie B perchè tutti godono di acqua sicurissima. Il che è anche vero, fino a prova contraria. Ma la questione va posta su basi diverse. Quella di Gesesa è una opinione di parte che si rispetta ma che si fa una immane fatica a condividere. Quando una fascia ristrettissima di cittadini, per il solo fatto di abitare in una zona particolare della città, beve acqua purissima e la stragrande maggioranza si dibatte tra i dubbi e le incertezze di una guerra di numeri indecorosa è giocoforza pensare ad un diverso trattamento che di per se, a prescindere dal tetra, è intollerabile perchè l’una fornitura è di fonte, di qualità superiore, l’altra è di pozzo, di qualità peggiore, ma eguale è la tariffa da corrispondere. Per Gesesa-Acea i numeri però sono numeri e di certo è una tesi inoppugnabile. Per gli utenti il discorso è leggermente diverso. E’ come se io pagassi alla stessa maniera per un servizio qualitativamente differente: è iniquo per chi riceve di meno. Immaginiamoci in presenza di un problema così stringente come quello del tetracloroetilene…
Ma Gesesa, giustamente, fa i suoi interessi e va detto li fa anche bene ed ha imbastito un contraddittorio che nessuno degli altri attori di questa incredibile vicenda ha inteso fare, nè platealmente e neppure mediaticamente; sarebbe utile un contraddittorio ma forse manca in qualcuno sia coraggio che sponde amiche ma amiche fino in fondo, sponde che poi misurano e dosano a fasi alterne la loro servile disponibilità. Sta di fatto che Gabriele Corona, che sta sulle scatole a molti, è l’unico che sin dal principio ha posto la questione, quando addirittura si negava che vi fosse il tetra nelle falde, cosa indicibile tra le indicibili, parafrasando l’Edipo sofocleo. Se qualcuno avesse deposto l’ascia del “tuttappost”, del proprio solipsismo miope, probabilmente, avremmo tutti affrontato con tre anni d’anticipo un problema di cui ora ci si deve occupare, volente o nolente.
E così la questione scivola anche nel contraddittorio politico tra le parti. Perifano “rompe” gli steccati degli ordini del giorno e probabilmente si consegna alla facile reazione del Ceppalonico per eccesso di sdegno personale e politico, avendo qualche giorno prima risposto ad una intervista sui medesimi argomenti è risultato ridondante proporre il tema in un Consiglio che deliberatamente non ha inteso affrontare quel problema perchè l’Amministrazione ha molto poco da dire in più di quanto non sappia, a parte le stucchevoli affermazione dette e fatte dire dal leader infarcite di “despistaggi” da bestiario politico.
Ma la questione idrica non è solo quella dei pozzi. Ce ne è una ulteriore, parallela, fino ad un certo punto dissociata dalla principale ed è quella della gestione dell’acqua pubblica. Qui interviene Vizzi Sguera, consigliere comunale e segretario provinciale di Azione, che sulla questione della futura gestione del servizio idrico nel Sannio dice la sua.
“La premessa, scrive Sguera, è data dal fatto che il 25 ottobre scorso il Consiglio di Distretto Sannita dell’Eic deliberava l’affidamento del servizio idrico per l’intera provincia ad una nuova società alla quale dovranno partecipare tutti i comuni del Beneventano e un privato da selezionare mediante gara. Del Consiglio, per intenderci, facevano e fanno parte anche Pd e Civico22. Tuttavia, proprio Pd e Civico22, assieme a Città Aperta – che però non ha rappresentanti nel Consiglio di Distretto – pochi giorni fa hanno convocato tutti gli amministratori della provincia e i rappresentanti di alcuni partiti per partecipare ad un incontro (fissato al 17 dicembre) per dibattere in merito alle evidenti storture della delibera sopra citata, ora definita illegittima. A loro, per conto dell’attuale maggioranza di palazzo Mosti, ha replicato Francesco De Pierro, difendendo la propria proposta “di gestione a maggioranza pubblica rispetto a quello che ininterrottamente è accaduto nell’ultimo trentennio con la beneventana servizi e la Gesesa” e al contempo ricordando che la “famigerata ACEA è società a maggioranza pubblica interamente controllata dal Comune di Roma”.
“Si tratta di due note stampa tragicomiche ma al tempo stesso allarmanti” – continua allora il segretario provinciale di ‘Azione’. “Non si comprende come mai il PD e civico 22 non abbiano rappresentato nella sede opportuna, ovvero il Consiglio di Distretto dove si astennero, i loro dubbi concernenti la mancata approvazione del Piano d’Ambito, oggi considerata propedeutica all’indizione della gara”.
“Allo stesso tempo, – sottolinea Sguera – risulta risibile l’accusa mossa dai consiglieri “di De Pierro” che accusano il Pd e Civico22 di immobilismo nell’ultimo trentennio in tema di gestione pubblica dell’acqua, dimenticando che molti amministratori di maggioranza hanno governato o addirittura presieduto la Gesesa nell’ultimo ventennio (sic!). Sembra di rivivere le scene surreali viste in campagna elettorale, allorquando il Sindaco denigrava l’operato degli “amministratori di prima” e questi ultimi, nel frattempo passati dalla sua parte, addirittura lo applaudivano. Allarmante, infine, è l’esaltazione di Acea da parte dei consiglieri di maggioranza nel loro comunicato stampa. La domanda sorge spontanea: hanno doti di vaticinio per ritenere che la Gesesa – controllata da Acea – sarà la società vincitrice della gara pubblica? Se così non è, dovrebbero spiegare come fanno a ritenere che la suddetta società si occuperà del servizio idrico anche in futuro”.
“L’auspicio – conclude Vincenzo Sguera – è che il tema della gestione del servizio idrico integrato possa essere affrontato seriamente, senza populismi, e beghe politiche, ma soprattutto con competenza, abnegazione e sinergia tra tutte le forze politiche nell’interesse esclusivo della collettività”.
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