L’acqua è sempre stata potabile. E’ quanto ribadisce il Comune di Benevento che prosegue nella sua condotta ad exludendum delle rilevazioni Arpac mentre punta tutto su quelle di Gesesa Acea. Per Palazzo Mosti le analisi Arpac che nelle ore caldissime del picco segnalavano ben quattro rilevamenti oltre i limiti di guardia non sembrano trovare cittadinanza: la potabilità dell’acqua di quei pozzi è assicurata ma Mastella chiede che vi siano controlli periodici e chiede all’Unisannio di avviare gli studi ad hoc.
Tuttavia, il problema permane perchè Arpac non recede affatto dalle sue posizioni, contenute in una relazione nella quale si evidenziano i superamenti dei limiti di legge, sia della contaminazione che della potabilità, sin dal mercoledi 15 novembre, per la verità l’agenzia regionale aveva informato di un innalzamento dei valori di tetra già da settembre l’Amministrazione comunale.
C’è poi la questione della caratterizzazione della falda che è ancora in fase di definizione e che invece diventa centrale all’intera problematica per comprendere le condizioni in cui versa la falda di Pezzapiana dei cui pozzi, da più parti, si chiede la chiusura. Per Altrabenevento il sindaco Mastella non dice che la perforazione per nuovi piezometri da usare per l’esame dell’acqua di falda, erano cominciati a luglio 2021 e subito bloccati perché l’ARPAC aveva comunicato, con appositi verbali, che i lavori non rispondevano alle Linee guida per le indagini ambientali nei siti contaminati dettate dall’APAT Agenzia per la protezione dell’ambiente e dei servizi tecnici. “E’ una cartina fumogena la mancanza di finanziamenti, attacca Corona. Intanto Angelo Moretti torna a chiedere la chiusura dei pozzi di Pezzapiana.
La diga di Campolattaro. Cinquecento mln di investimento e la preoccupazione che possa servire altre utenze e non quella sannita. La Regione ci scommette e lo stesso De Luca parla di grande risorsa per risolvere una volta per tutte la questione idrica beneventana. Peccato che la galleria che dovrebbe essere realizzata per farci passare la condotta fino a Ponte per potabilizzare quelle acque, la si dovrebbe costruire sotto una collina idrogeologicamente instabile, il costone laterale l’invaso è a rischio smottamenti. Lo ha ammesso anche Mastella ma il problema esiste da molto tempo. Chissà se ne è al corrente lo stesso Governatore che sulla questione beneventana disse di non essere informato ma che trovava intollerabile la discriminazione tra la parte collinare e quella a valle del capoluoigo sannita proprio a proposito della questione dei pozzi e del Biferno.