Dati Arpac che parlano di una vicenda annunciata e addirittura anticipata al mese di settembre quando l’agenzia inoltrò al Comune una informativa, senza riferimenti numerici, ma nella quale veniva accertato il superamento dei limiti di tetracloroetilene e la presenza di un nuovo composto chimico, nuovo oviamente per la vicenda: il dibromoclorometano. Sulla questione c’è stata questa mattina al Comune una riunione nella quale si è ribadito che in base ai dati delle analisi dei dati forniti da Arpac/Asl e da Gesesa è stato confermato che “l’acqua proveniente dai pozzi di Pezzapiana è sempre stata potabile e abbondantemente al di sotto dei limiti stabiliti per quanto attiene il parametro del tetracloroetilene.” Mastella e la sua Amministrazione si riferiscono alla brusca ridiscesa dei livelli registrata anche da Arpac nelle 48 ore seguite al picco e vuol vederci chiaro incaricando il Dipartimento di Scienze e Tecnologie dell’UniSannio di analizzare quanto accaduto. E tuttavia, è ribadita la posizione di chiusura rispetto ai 4 rilevamenti che Arpac non smentisce e che attestano che l’acqua non è stata sempre potabile così come sostiene invece Palazzo Mosti. Il piano di caratterizzazione. Esso langue, sarebbe dovuto essere pronto da almeno un anno e mezzo, ma il sindaco ne assicura la realizzazione. Fonti alternative a Pezzapiana: Solopaca ma anche Camoplattaro anche se in questo caso Mastella arriva alla conclusione che esiste una frana sul versante sinistro salendo verso Morcone che noi di Lab portammo a conoscenza fin dal mese di marzo. Una condotta da sette chilometri fino a Ponte per potabilizzare l’acqua dell’invaso appare irrealisatica in presenza di dissesto idrogeologico. L’opposizione dal canto suo continua a chiedere che si venga a relazionare in Consiglio. Non sarà possibile il 7 dicembre e allora la prossima conferenza dei capigruppo stabilirà se sarà oggetto di un consesso prima di Natale. Il portavoce di Alternativa per Benevento Luigi Diego Perifano
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