Mastella non si arrende e non sarebbe nemmeno ipotizzabile. Chiunque abbia pensato che il sindaco di Benevento potesse concludere la sua lunga e prestigiosa parentesi politica ritirandosi a Palazzo Mosti, per tentare di fare qualcosa per cui non è portato e forse nemmeno troppo interessato cadrebbe in un grosso errore. Più grossa è stata la sconfitta, più grande in lui è la sete di rivincita, ora che sembra essersi ripreso anche fisicamente da uno stress inimmaginabile durato tre anni. E allora rieccolo a “nciarmare”, a ritessere le fila di un discorso che non vuole e non sa abbandonare. Ci sono le Europee tra meno di un anno e di certo non è il portato elettorale che gli interessa ma quello politico. Isolato oggi, potrebbe non esserlo domani e in politica, si sa, contano i numeri e a lui ne restano e potrebbero essere utili a chi ha voglia di tornare a recitare un ruolo di primo piano dopo tanto tempo. La Destra si vuole riprendere la Campania e lui è lì ad attendere segnali dalla posizione duplice di Signore di Comune e Provincia a cui s’aggrapperà con tutte le sue forze, se gliene restano. Con Forza Italia s’era aperto un canale di dialogo con Berlusconi ma i satrapi campani di quello decisero diversamente anche se dalle nostre parti si stava preparando il terreno per il gran ritorno; poi una furtiva manina fece uscire un comunicato che fece molto arrabbiare Lonardo e le cose presero un’altra direzione. Ora, si potrebbe riallacciare qualche contatto con gli azzurri, posto che col resto della coalizione Mastella troverebbe i portoni serrati, ma il Nostro sa che le cose vanno fatte con sagacia. Accoglie bene la notizia che Rubano non figuri tra i sottosegretari, c’erano fondate ragioni che lo potesse diventare, e questo argina quella fisiologica emorragia di sindaci verso Puglianello che è comunque in atto e non solo tra i primi cittadini; un buon segnale ed anche la possibilità di serrare i ranghi, prendere tempo. Nel frattempo manda segnali a De Luca e lo fa attraverso una intervista al Corriere del Mezzogiorno nella quale, al di la di quanto va ripetendo da tempo, invia al Governatore quasi un aut-aut: che ne vuole fare dell’intesa? Essa è ancora in piedi? A chi giova il solipsismo? Mastella vuole risposte però sa bene che un periodo, anche lungo, si è andato esaurendo e De Luca stesso non è il conducator di un tempo. Il suo irrimediabile riavvicinamento al partito lo ha indebolito e forse pure isolato ed ora ha minore autonomia. Bisogna attendere i mesi di gestazione del nuovo PD con cui fare i conti, un periodo troppo lungo per il Ceppalonico che d’altra parte deve anche soddisfare qualche pressione di troppo da parte di gente che gli potrebbe voltare le spalle a Benevento e qui no, non se lo può proprio permettere. Vorrebbe il rimpasto per riproporre la moglie ma è una speranza vana cui forse non crede nemmeno Sandra anche se lo stesso rimpasto, che De Luca non vuole, potrebbe essere imposto dal PD in cambio di un terzo mandato. Uno scambio che taglierebbe fuori Mastella che ha perso Casucci, la Iodice, e con molta probabilità pure Ginettaccio, l’uomo del mancato accordo, la figura su cui si sarebbe potuto costruire una possibile intesa col PD e De Luca stesso ma che sdegnosamente il Sindaco rigettò al mittente. E allora, con il Governatore non forte come un tempo, l’asse è fortemente incrinato ma non finito, Mastella lancia segnali. Se le condizioni lo consentiranno sarà pronto, in perfetto stile viandantesco, ad aprire verso l’unico porto a destra verso cui può attraccare, magari in direzione Ronzulli, sperando che Berlusconi sia ancora compos sui. Persa un’elezione è convinto che le chances di questa politica liquida potrebbero essercene in un futuro non per forza lungo. Momento delicato con molte insidie e poche certezze.