“La sconfitta politica e’ chiara, non ci sono altre frasi per attenuare il risultato nazionale” esordisce Francesco Boccia, commissario regionale del Pd in Campania, nella conferenza stampa convocata per analizzare il voto in Campania una settimana dopo le elezioni. Incontro preceduto in mattinata da una riunione del coordinamento regionale con i segretari della federazione e il commissario di Caserta.
“Un’occasione – spiega – per mettere in evidenza non solo i risultati ma anche le differenze che ci sono state su diversi territori. Era opportuno oggi dirci alcune cose specie alla vigilia di un congresso nazionale”.
Snocciola i numeri Boccia, per sottolineare che al netto della sconfitta i voti conseguiti dal Pd in regione fanno registrare una crescita del 3% rispetto alla competizione del 2018. Hanno votato 2.433.000 campani, un 15% in meno rispetto al 2018. “E’ il primo dato da sottolineare – dice – in 700 mila hanno deciso di non partecipare, sono tanti. Il calo dell’affluenza ha toccato da Nord a Sud tutto il Paese ma alcune regioni di più, come la Campania. Il centrodestra ha vinto ma in Campania pesa il 32%, vorrei fosse chiaro. Questo anche grazie al lavoro preziosissimo fatto alla Regione da De Luca in particolare sulla sanità, o dai nostri sindaci come Manfredi o Carlo Marino”.
“Il Pd – evidenzia Boccia – cresce dal 12,79% del 2018 al 15,88% del 2022, un risultato che deve renderci più responsabili con il nostro popolo. Non siamo un partito di proprietà di qualcuno ma un partito contendibile e siccome la politica non è un algoritmo, ma principi e valori, il Pd ne uscirà con le regole della democrazia. Mai come in questo momento non dobbiamo mollare.
In Campania – sottolinea – hanno preso più voti del Pd Fratelli d’Italia (+1,7%) e M5s che dimezza la sua dote del 2018. Non ho dimenticato la sconfitta politica che è chiara, e chiara è la ragione della differenza tra due coalizioni. Anche in Campania i partiti del ‘campo largo’ superavano il 50%, ma siamo andati divisi e abbiamo perso. Ora abbiamo davanti a noi le elezioni in alcuni comuni importanti come Marcianise, Torre del Greco, Ottaviano, Maddaloni tra gli altri. Con la Direzione di giovedì comincia un percorso, una nuova fase politica.
A Napoli città si passa dal 14,67% al 16,12% si poteva fare di piu’, è una magra consolazione, ma questi sono i numeri per i tanti che al congresso vorranno discuterne. Ad Avellino si passa da 17 ,65% al 24,86% con un +7. A Benevento confermiamo il 12% di quattro anni fa. A Caserta si passa dal 13,71% al 16,64% e a Salerno dal 20% al 23,55%. Numeri che devono servire per ripartire”.
L’ultimo passaggio è un riconoscimento ai governatori di Campania e Puglia. “Senza De Luca ed Emiliano, e senza il Pd – sottolinea – saremmo all’opposizione in Campania e in Puglia. Né De Luca, né Emiliano, sono il Pd, ma questo non deve portare a sottovalutare che, se non avessimo messo insieme quella parte di società che evidentemente non si fida abbastanza del Pd, saremmo andati all’opposizione
. La guerriglia ai due presidenti di Regione – ha proseguito – mi è sembrata più una guerriglia di gruppi dirigenti interessati, però in quel caso gli strumenti democratici sono il congresso e le elezioni regionali. A chi non è d’accordo dico: candidatevi, dite la vostra nelle assemblee. Ma se si sparisce quando ci sono i congressi e si ricompare quando sono finiti, ho la sensazione che non si sia in grado di dare un contributo alla crescita di un partito”.