Il dibattito politico conseguente al voto di domenica scorsa. Il temuto redede rationem all’interno del mondo mastelliano, per ora, non si è verificato ma non vuol dire che il sindaco non intenda far decantare i bollori ancora vivi per poi operare col bisturi. E se Mastella riflette è Gino Abbate, come sempre, a partire all’assalto. Sannio Europa e l’Asea gli obiettivi dei suoi affondo. Ginettaccio chiama in causa Mastrocinque e Sauchella ma in particolare il primo.
Altro fronte caldo è il PD. In procinto di inaugurare la stagione della denotabilizzazione, forse, il partito vive una drole de guerre con De Caro che di farsi da parte non ha alcuna intenzione forte dei coinsensi che ha e che ha espresso in campagna elettorale. Dall’altra parte i giovani turchi Pepe e Mortaruolo che parlano di nuova stagione del dialogo e che ribadiscono che indietro non si torna. Aprire le porte a tutti quelli che possono dare una mano, uno su tutti Luigi Diego Perifano che dalle tribune di Doppio Taglio fa capire che c’è possibilità di iniziare un percorso comune ma solo all’indomani del congresso nazionale e degli esiti di quel consesso
Altro fronte che va ad aprirsi è quello ceppalonico. Nella città del sindaco è Claudio Cataudo che insorge. Cataudo chiama in causa una dichiarazione di Sandra Mastella che a chiusura della campagna elettorale ha pesantemente attaccato l’esponente di Forza Italia. “Attacchi gratuiti ed offensivi, dal punto di vista politico e personale col sindaco De Blasio che pur presentye non ha preso le distaznze”. Cataudo ha rassegnato le dimissioni dalla carica di vicesindaco, un prodromo per preparare la scalata a sindaco l’anno prossimo. Nel frattempo