Ogni voto al PD è un voto sottratto alla destra, gli ultimi quattro giorni saranno decisivi per stabilire le sorti del Paese”. Francesco Boccia, plenipotenziario del segretario Enrico Letta, da Benevento lancia la sfida impossibile all’avanzata della Meloni e di Fratelli d’Italia. A Palazzo Paolo V, reduce da un tour che ha abbracciato diverse località della regione, Boccia è arrivato per sostenere la sfida dei moschettieri dem Antonella Pepe, Mortaruolo, Iannace e Graziano giunti ormai quasi al termine della loro breve cavalcata elettorale. La lotta si vince sui collegi uninominali che sono contendibili, parola chiave di questi ultimi venti giorni. Dici Boccia e inevitabilmente evochi De Caro la cui assenza resta assordante ma il commissario politico del partito campano assume toni di sufficienza quando gli si ricorda “lo gran rifiuto” del Capataz
Per il resto è un PD da battaglia quello che incarna Boccia. La vittoria della destra, dice, non è affatto scontata e noi progressisti dobbiamo credere fino all’ultimo che la deriva possa essere fermata. Si sofferma sui PNRR e afferma che la rinegoziazione del piano sarebbe un danno mortale per il sud, mentre alla Meloni, destinataria di insulti personali oltre che di matrice politica, da lezioni di savoir faire