Mimmo Matera, candidato al Proporzionale al Senato Avellino, Benevento, Caserta e parte di Salerno per Fratelli d’Italia, procede spedito verso quello che auspica essere una cavalcata trionfale verso Palazzo Madama. Gode, ovviamente, del vento forte che accompagna il suo patito ma altrettanto ovviamente è prudente anche se comprende appieno la irripetibilità del momento. Dopo la più che brillante prestazione delle Regionali due anni fa in cuoi sfiorò l’elezione, ora è il Senato l’obiettivo più prossimo. E allora, dopo avere ricevuto da Roma il monito di pensare solo a se stesso e a non cercare soluzioni “concertate”, in un ristorante dell’hinterland beneventano , ha incontrato i suoi elettori e ha pure risposto a qualche domanda della stampa presente. “La vittoria della destra è nei fatti, dice, e nessun bastone tra le ruote ci fermerà” , l’allusione appare chiara al caso sollevato dall’intelligence americana secondo la quale Putin avrebbe avuto a libro paga molti partiti di destra e di estrema destra in Europa. L’Italia non figura in nessuna lista e Matera blocca subito la provocazione sostenendo proprio che questa volta non ci sarà trippa per gatti e che i sospetti e i complotti non avranno la meglio. Così come è stentoreo nel definire la priorità del suo probabile mandato: le palesi problematiche della Valfortore che, dice Matera, devono trovare soluzione e lui si impegnerà a tanto. Aree interne da mettere in linea di galleggiamento rispetto alla costa. “Il mio impegno sarà massimo per garantire all’entroterra, che non è solo beneventano e avellinese ma anche casertano e in parte salernitano, strumenti per sottrarsi all desertificazione e all’abbandono. Matera parla anche di infrastrutture, palestre e centri sportivi dove i giovani possano e debbano svolgere attività fisica e che non sia questa carenza a contribuire a spingere le nuove generazioni ad abbandonare le proprie radici per andare a lavorare altrove. Il partito. “Tutti dentro, siamo un partito inclusivo”, dice Matera a proposito di qualche defaillance, quella di Federico Paolucci, che a fasi alterne ma molto ravvicinate, esce ed entra dal partito. Per la verità qualche new entry voluta da Matera, vedi Fragassi, non è piaciuta a Federico e nemmeno l’idea di proporre il generale in congedo a ruoli apicali in FdI, visto che l’elezione di Matera è data per molto probabile e allora è opinione diffusa che anche gli “interna corporis” del partito sannita possano e debbano subire evoluzioni inevitabili.
