In questo inizio di campagna elettorale è fitto il percorso sotto traccia dei protagonisti, coloro che si ritengono in vantaggio supportati dall’onda lunga nazionale, e coloro che le devono provare tutte per sovvertire pronostici che li vedono al momento soccombenti. In superficie si tratta di sparare le cartucce classiche di ogni campagna elettorale, il repertorio rodato di cui si espone il contenuto nelle interviste di prassi, o di chi gestendo il potere inanella tutta una serie di misure dalle posizioni di egemonia di cui dispone. Nel caso di Mastella questa funzione non appare una novità, ci mancherebbe, che dalle posizioni di comando si possa mettere mano a tutta una serie di interventi per racimolare consensi e rilanciare le quotazioni della moglie. Niente di cui meravigliarsi pur nella intollerabilità di tali pratiche. Ma si diceva: è sotto traccia che si assiste al vero dinamismo di queste giornate di fine estate che preludono al 25. In Forza Italia sembrerebbe che il vecchio gruppo di potere dei Cesaro, deposto da Martusciello, stia organizzando la guerriglia. Il Fulvio, va detto con grande acume, ha accuratamente aggirato i desiderata di Berlusconi, che andavano verso una ripresa dei contatti con Ceppaloni, e puntato su Rubano portando a Benevento il numero 2 del partito Antonio Tajani. Ora però deve guardarsi dal ritorno dei vecchi gerarchi. Ormai fuori da Forza Italia essi però vantano ancora intonso il seguito elettorale, che non sarà quello dei tempi d’oro ma è comunque parecchio. I colonnelli De Siano, Pentangelo e in misura maggiore Carlo Sarro sono a lavoro. E se a Napoli sembrano rivolgere lo sguardo verso Azione, ma in modo particolare nei confronti di Italia Viva, a Benevento tirano su Mastella. Un drenaggio di voti su cui il Ceppalonico, che ha riassorbito i Trusio, sta lavorando, capace come è di incunearsi nelle intercapedini dei rancori e delle rivalse, con la scaltrezza di cui si riconosce la fama. Allo stesso tempo starebbe marcando stretto Del Mese e non sarebbe la prima volta, perchè un buon risultato dell’ex candidato sindaco porterebbe via consensi in modo particolare al centrodestra. Non si sa se tutto questo gli varrà l’inopinata elezione della consorte ma l’impegno è totale, ca va sans dire.
A destra si registra l’avvicinamento storico tra Fratelli. Quelli della Meloni e Pasquale Viespoli. E’ un dialogo naturale, dal punto di vista politico, come quello con Rubano e Forza Italia; elettoralmente porta poco ai giocatori in campo ma è la valenza di contenuti che lo rende interessante. Dopo anni di accuse reciproche, a volte latenti, in molti casi patenti, ecco che la ripresa degli scambi risulta per certi versi clamorosa ma, dicono loro, metaelettiva nel senso che si intende ricostruire un itinerario a destra di cui si erano perse le tracce. Che sia proprio Viespoli l’anello di congiunzione del centrodestra beneventano, Lega permettendo, che con molta probabilità vincerà per induzione ma che è politicamente impalpabile e tutto da costruire qui da noi?
Capitolo De Caro. Di lui, eclissatosi come era scontato alla presentazione dei 4 candidati del PD, una serata al DG Garden al calor bianco, non si sa cosa si faccia. I suoi esegeti più prossimi raccontano di un Umberto atarassico e già satollo del fatto di non fare campagna elettorale a favore di nessuno. Ma egli è un notabile, al quale il partito ha prodotto un’offesa difficilmente sanabile. Per aplomb non farà nulla di eclatante ma è proprio la sua natura di notabile che potrebbe indurlo a vendetta privata, potrebbe si badi bene. In che modo? Muovendo qualche pedina in direzione inopinata, le vie delle urne sono infinite. Boccia, il commissario politico, è uno dei maggiori responsabili del suo status attuale, colui che si oppose, dicono i maligni e i superbi, all’accordo di compromesso che avrebbe permesso a lui una candidatura blindata al Senato e a Lady Sandra quella alla Camera. Poi le cose sono andate come sappiamo. Ovviamente, si tratta di deliri da cronista di campagna e gli epigoni in servizio permanente effettivo sono già pronti a derubricare il tutto come fantasticherie post-crapula. E nulla osta che abbiano ragione. Tornando a Boccia, lui è pure il marito di Nunzia De Girolamo che di sassi dalle scarpe ha da levarsene e molti. Sui Cesaro ha già detto e quelli, in combutta con Mastella, la liquidarono nel 2018. Il patto è che non debba più occuparsi di politica in forma attiva, ora che si è riscoperta e con valore presentatrice televisiva. Ma immaginiamoci lo scenario del 26 e la voglia di prendersi qualche rivincita. E allora a poco valgono le riconciliazioni fasulle da ciao maschio, non sarebbe per nulla peregrino vederla fare di nuovo capolino e ritrovarsela di nuovo e più agguerrita che mai.