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Elezioni, i quattro del PD: destra pericolo reale per il Paese

Elezioni, i quattro del PD: destra pericolo reale per il Paese

27 Agosto 2022 | by Enzo Colarusso
Elezioni, i quattro del PD: destra pericolo reale per il Paese
Politica
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Il PD si stringe attorno ai suoi quattro alfieri, pronti per giocarsi le loro chance in una competizione “non contendibile”, tanto per usare una terminologia vicina al Decarpensiero. Indubbiamente l’assenza del Grande Escluso si è fatta notare e tanto. Come lui stesso tenne a ironizzare sulle sue protuberanti orecchie nel giorno del ringraziamento a Perifano, ebbene l’ombra di quelle, forse inquietanti, si è propagata eccome nell’aere del DG Garden, a tal punto che s’è pure rischiata la bagarre per una incomprensione sulla parola “liberazione” espressa da Stefano Graziano, che per qualcuno ha avuto l’inaccettabile sapore di una provocazione indirizzata al Capataz ma che invece nelle intenzioni di Graziano era rivolta a Mastella. Sarà…Qualche mugugno, qualcuno ha minacciato di andarsene ma poi l’intervento taumaturgico di Giovanni Cacciano segretario, forse l’ultimo dei decariani, ha provveduto a riportare la serenità, la stessa con la quale si era aperta la convention.

Al di la del “qui pro quo” l’assenza di Umberto Del Basso De Caro ha il sapore del surreale quando ci si deve impegnare in un agone elettorale ma le vicende ormai stranote non potevano prevedere la sua presenza e tanto meno prevederanno il suo appoggio diretto a meno di clamorosi ripensamenti. Sosterrà il PD, nel senso che lo voterà, come accennò a Doppio Taglio or non è guari, ma di appoggi diretti in termini di voti “a chicche e pure a sia”, quello no, non lo assicurerà. Mah.

 

E allora sotto con i quattro candidati. Sfidare e possibilmente battere la destra è l’imperativo categorico perchè, come dice il segretario Cacciano, “di centro non hanno nulla, è la destra in tutto e per tutto, e si capisce già dalla fiamma nel simbolo della Meloni, nella politica della Lega nella differenza territoriale”.  “Dobbiamo riscoprire il cittadino, le esigenze del singolo, dobbiamo avere un atteggiamento a fisarmonica. Non possono arrivare a tutti, ma con il supporto di tutti voi, le persone possono e devono capire che dietro di voi ci siamo noi. Partiamo svantaggiati, ma ce la possiamo fare, sarà une bella battaglia. Presentatevi ai cittadini, parlate e rappresentateci”, dice l’irpino di adozione Carlo Iannace, mentre per Erasmo Mortaruolo, consigliere regionale, sarebbe scellerato affidare il nostro Paese alle destre” ma indica la strada alternativa “ricominciare a riallacciare i fili con le realtà locali, con il terzo settore, con tutte le realtà che sostengono la nostra coalizione.” Per Antonella Pepe, sempre schietta e forse troppo, “combattere le disuguaglianze, medicina di prossimità, servizi agli anziani, parità di genere, politiche sul lavoro, sono i pilastri di questa campagna elettorale. Dobbiamo raccontare e far capire che un’altra storia è possibile. Dobbiamo creare fiducia e consenso, ce la possiamo fare”.  Per Stefano Graziano dinanzi al PD c’è “una battaglia importante da sostenere. Salvini, Meloni e Berlusconi, sono loro i nemici di questo Paese, la loro visione di politica e di Europa non deve passare.” Poi la nota su cui si è creato lì’equivoco di cui sopra. “La particolarità di Benevento è che c’è una condizione di radicamento politico del passato, ma noi abbiamo preferito guardare avanti. Ci dicevano di accordarci con Mastella, ma non abbiamo mai voluto. Vogliamo il cambiamento, costruire una nuova classe dirigente, e adesso sta a noi creare fiducia e consenso.”

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