Mastella è entrato con tutti e due i piedi in campagna elettorale. E’ la cosa che sa fare meglio, nella quale come spesso scritto ha rivali pochi capaci di stargli a ruota. Lui non è candidato, anche se di tanto in tanto la voglia gli è venuta, vedendo i tanti che affollano le liste si sarà chiesto…”ma perchè io no e questi si…”. Sandra, la moglie, alla quale non dispiace più associare il cognome del marito al suo, gli ha subito indicato la retta via e cioè che se c’è una sola da candidare quella è lei e allora al sindaco non è rimasto altro che ripiegare in buon ordine.
Si sarà anche fatto due conti in tasca e avrà dedotto che Parigi non sempre vale una messa, nel senso che avrebbe dovuto dimettersi finendo per fare la stessa fine di Ettore sulle Porte Scee e ritrovarsi il 26 senza più nulla, compreso quelle interviste nazionali cui non par declinare mai gli inviti. E allora è bene che sia andata così e se pure la moglie dovesse fallire c’è sempre qualcosa da fare per la dinamica consorte. Alla quale va “l’in bocca al lupo” di prassi come per tutti i suoi antagonisti a partire dal “giovin” Rubano, che avrà passato i giorni più terribili della sua pur breve carriera politica avendo l’agognata possibilità ad un passo ma dovendo fronteggiare “cesaropapismi” di cui proprio nelle ultime ore annuncia la definitiva debacle. L’occasione per l’azzimato sindaco di Puglianello, cui rivolgiamo l’invito ad essere meno affannoso e più diplomatico, proprio nelle difficoltà, è assai ghiotta. Ma torniamo al nostro.
Ogni occasione è buona per far parlare di lui quando però è lui che la aziona. Se uno ha il ghiribizzo di andarlo a trovare, magari con telecamera e microfono, e pure con un caffè, pensando di intercettarne qualche uscita a valanga il risultato è “prego andare” e te ne caccia, più o meno bonariamente, spesso meno. Che so, il ghiribizzo di chiedergli come mai il presidente del suo partito, quello provinciale, Domenico Parisi si sia defilato dalla candidatura e abbia preferito Limatola e perchè Lui abbia fatto ricorso, nel ventre del Traiano, alla reprimenda ad excludendum nei confronti di chiunque abbia in animo di abbandonare la nave, ammesso che affondi, nel massimo sforzo elettorale. Si è per caso aperta una falla nel suo partito personale? Che quel sistema tenuto su con le molle si stia decomponendo? E per quale motivo Giorgio Merlo, presidente nazionale di Noi di Centro, se ne è andato con l’odiato Calenda nel Piemonte 1 plurinominale alla Camera, per esempio. Si può opinare che al Merlo sia stato negato qualcosa, forse. Che cosa?
Delle sua battute più o meno disarmanti ma che a quanto pare non toccano la suscettibilità delle Gerarchie glissons, che vuoi stare a ponderare. Più interessante è capire la candidatura di tal Oreste Agosto, questi Oreste vanno per la maggiore, baffuto avvocato salernitano, che nella sua parabola politica è stato dapprima un grillino “sansepolcrista” poi alle scorse elezioni amministrative candidato a sindaco di Salerno con una lista civica. In entrambe le versioni Agosto è stato un nemico giurato di De Luca, il Crescent la sua battaglia legale più acerrima. E Mastella che fa? Te lo candida nell’uninominale di Salerno alla Camera e anche al quarto posto del “listino” del collegio salernitano. “O figl re chiancarell”, per i non napoletani le chiancarelle sono lastre di pietra che si usava mettere a sostegno dei solai per irrobustirli, dice di se di essere un uomo libero e scomodo e di fare battaglie per i diritti per la gente. “Mastella mi ha proposto questa candidatura e io ho accettato”, dice al portale salernitano La Città.
Anche questo sarebbe stato interessante chiedergli, sempre per il ghiribizzo di cui sopra, che cosa abbia detto a De Luca e se lo ha intercettato, se la cosa non determini una ulteriore spaccatura tra i due. Per questo uno si scomoda per andare a seguire conferenze, sempre ammesso che presuppongano le prammatiche domande a margine, convegni, riunioni e quant’altro fa spettacolo. Se mett for a port p’aspettà. Ma per alcuni l’antifona è proprio tosta, nun se riesc ro fa capì. E per non sembrare troppo e sempre affezionati a Mastella qualcosa si potrebbe chiedere e lo faremo anche ad Antonella Pepe sul sostegno mancato del Grande Escluso e sul possibile ricambio generazionale, se dopo le elezioni si aprirà un dibattito politico all’interno del partito, si suppone di si, come lo stesso Cacciano gestirà il delicato passaggio. Il nostro compito è fare domande, molte stupidotte, qualcuna poco poco intelligente, la vera impresa è che questi protagonisti ce le lascino fare…Cu na bona salute…