Pina Castiello all’uninominale al Senato, Tina Donnarumma e Attilio Pierro all’uninominale alla Camera. La Lega scioglie le sue riserve e lancia i suoi candidati. Tutti di area napoletana, Pina Castiello spicca per il suo passato da Sottosegretario nel Conte 1 e per avere percorso i destini di tutti i partiti del centrodestra prima di approdare quattro anni fa alla corte di Salvini. Attilio Pierro, cilentano di Roccagloriosa, è consigliere regionale e presidente della Seconda Commissione regionale Anticamorra e Beni Confiscati. Tina Donnarumma consigliere comunale della Lega a Castellammare di Stabia e responsabile enti locali del partito di Salvini a Napoli, è anche coordinatrice della Lega per l’intera Area Sud della provincia di Napoli. Saranno loro a giocarsi le chances di elezione. Nel frattempo in Forza Italia, all’uninominale alla Camera, uno e due sono Tajani e Fascina. Francesco Rubano, in viaggio verso Roma, è posizionato al tre ed è in gran fermento dopo avere portato in Forza Italia una consigliera di minoranza di Limatola. Numero quattro Michela Colucci da Avellino, “fedelissima” di Fulvio Martusciello. E proprio a Limatola si consuma la notizia più eclatante del giorno. Domenico Parisi, presidente del partito di Mastella e designato all’uninominale al Senato getta la spugna dopo avere accettato la candidatura, sia pure di servizio, al seguito di Sandra Lonardo. Una decisione che fa riflettere, nonostante Parisi abbia argomentato in un post, ma prima lo ha comunicato al partito, che la sua repentina decisione deve ascriversi alla sua lealtà per il mandato di sindaco “che i limatolesi mi hanno voluto affidare rimettendomi la fascia sulle spalle”, testuali parole del post che ha vergato non più tardi di tre ore fa. E tuttavia, questa rinuncia fa pensare. Fa pensare perchè Parisi non è uno qualunque ma il presidente del partito e per quanto siano cariche più che altro simboliche, li conta solo Mastella, un certo peso finiscono per avercelo lo stesso. Accettare prima e poi tirarsi indietro in un momento così delicato per le sorti elettorali di Casa Mastella non deve essere sembrato un atteggiamento particolarmente gradito a Ceppaloni e in generale un atteggiamento poco coraggioso. Resta che oltre al passo indietro di Parisi c’è anche la presenza di Di Maria, non proprio una decisione opportuna. La domanda è d’obbligo: non c’erano altri soggetti disponibili per chiudere il cerchio attorno a Sandra Lonardo? Della gran messe di amministratori, che solo una ventina di giorni fa ha trascinato Lombardi al trionfo alle presidenziali provinciali, non c’era qualcuno da cooptare senza dovere scomodare Di Maria? Ora si pone l’obbligo di sostituire Parisi e forse non solo come candidato mancato.