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Sussurri e grida dai meandri della politica

Sussurri e grida dai meandri della politica

18 Agosto 2022 | by Enzo Colarusso
Sussurri e grida dai meandri della politica
Politica
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Contro il logorio della vita moderna…e giù un aperitivo, vecchie reminiscenze di una pubblicità d’autore. A corroborare il logorio della politica di oggi ci voleva pure il Giornale, foglio padronale per eccellenza ma creatura ripudiata, illo tempore da Montanelli, mica pizza e fichi, che avanza sospetti su di una ipotetica virata a destra di Umberto che, dal canto suo, smentisce categoricamente. “Con tutte le riserve che posso muovere al Segretario Politico del mio partito, sia in ordine alla Coalizione che in riferimento alle Candidature, resto nel Partito Democratico che sosterrò nelle imminenti elezioni politiche del 25 settembre». Conoscendo De Caro, ospite questa sera a Doppio Taglio in onda alle 23,30, l’eventualità è da escludere, se avessero paventato qualche contatto ceppalonico sarebbe stato più credibile, i corsi e i ricorsi storici ci sono, ma non essendo un tipo impulsivo e sia pure non eliminando del tutto l’ipotesi che qualche sassolone voglia levarselo dalle scarpe, ebbè, sceglierebbe forme e modi sottili, magari a scoppio assai ritardato; la memoria non è qualità che fa difetto al Capataz. Passare a destra per rancori così smaccatamente di pancia è da “ignobile plebaglia”, petrolinianamente parlando, e lui non si associa a queste pulsioni. 

 

Si diceva di destra. Lo strappo di Federico Paolucci, il silenzio di Forza Italia, su cui grava perenne il sospetto di accordi più o meno solari con Mastella, la sostanziale calma della Lega. A destra niente di nuovo rispetto alla normalità delle relazioni, nel senso che i contrasti restano tutti intonsi nonostante il polo conservatore si accinga a vincere e di larghezza le elezioni del 25 settembre . Da noi le cose non sembrano invertire la tendenza e sembra che anche i vertici regionali e pure nazionali dei tre partiti poco si curino di Benevento anzi ne facciano quasi oggetto di totale disinteresse. Come pure gli altri partiti. E così Federico abbandona proprio perchè il suo partito esclude le risorse locali, il passaggio poi su Rubano “fotocopia”  Mastella originale è la summa di quasi due anni di veleni. Una posizione che Mimmo Matera giudica impulsiva. Molto meno dirompente il suo commento che anzi si ispira ai dettami della mitezza. “Confidiamo nei vertici sperando che diano un minimo di riconoscimento a noi di Benevento anche perché si dovrà partire con la campagna elettorale che tutti, immagino, vogliono fare con entusiasmo a favore del prossimo presidente del consiglio Giorgia Meloni.” Matera che probabilmente parte terzo o quarto al Senato dopo Iannone e Petrenga si mostra prudente ma anche lui è pronto a dare battaglia. L’alternativa “originale” è sempre li a portata di mano…

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