Sciarada decariana
Politica
Una giornata al calor bianco quella che si è vissuta oggi. E’ iniziata con la notizia della relazione delle ispettrici della Ragioneria Generale dello Stato che il Comune ha cercato di tenere in sordina per poi secretarla; indi, alla fine, dinanzi alla realtà dei fatti, ad ammetterne l’esistenza ma di considerarla tutto sommato un documento a suggello del buon lavoro svolto sul fronte del risanamento dei debiti. E’ stata l’assessore Serluca ad impegnarsi a diffondere la posizione dell’Amministrazione che è apparsa francamente poco convincente. Restiamo in attesa di conoscere il contenuto di quel documento, se per i piani alti di Palazzo Mosti non è una lesa maestà, per comprendere bene l’intera situazione.
L’altra bomba è arrivata in serata. Umberto Del Basso De Caro, parlamentare uscente del PD, rinuncia alla candidatura. A dare la notizia è stata Anteprima 24 che ha pubblicato anche la lettera con la quale De Caro annunciava la sua decisione di non far parte del lotto dei candidati. Cosa ha fatto cambiare idea ad Umberto ad appena una decina di giorni dal rendez-vous dell’Una Hotel? Prima che ce lo dica lui stesso, magari convocando una conferenza stampa e non sarebbe male, e superato il primo stadio di sconcerto all’Avvocato non sembra essere stato corrisposto un adeguato “paracadute” proporzionale dal Nazzareno e non essendo un conducator avrebbe ritenuto più saggio tirare i remi in barca piuttosto che avventurarsi in una tenzone potenzialmente perdente. Quindi meglio dire si è perso perché non c’ero io, anziché si è perso nonostante io ci fossi. E d’altra parte lo dice lui stesso nella missiva quando afferma che “senza ipocrisia e fatte salve le determinazioni di competenza della Direzione Nazionale avrei accettato la candidatura se il contesto fosse stato meno sfavorevole e se la candidatura fosse stata contendibile”. Parole assai chiare. Ora resta da vedere se la sua decisione è irrevocabile oppure si tratta di un tentativo di costringere Letta a rivedere le sue decisioni che al momento lo escludono da qualsivoglia scudo protettivo. Insomma o una candidatura sicura oppure non se ne fa nulla. Si parlava di sconcerto. Da Cacciano a Fausto Pepe, da Antonella Pepe all’altro candidato Angelo Moretti e ai quadri dirigenti del partito la notizia, se diamo per buono che in molti non ne sapessero nulla ma i suoi più diretti collaboratori di certo si, ha destato profonda impressione. Egli pare avere vergato una sorta di testamento politico, un commiato all’altezza del personaggio. Ma si può proprio dire che sia così? Essendo un pragmatico è bene pensare che si stia giocando un ultimo asso nella manica e d’altra parte chi detiene il 45% del partito irpino non abdica ex abrupto…E’ plausibile ritenere che stia in parte bleffando. Intanto subito è partita la gara di solidarietà della nomenklatura. Giova Cacciano, segretario del partito è in odore di peana.
“Umberto Del Basso De Caro è tra i più autorevoli e prestigiosi rappresentanti del Partito Democratico, quantomeno, delle aree interne della Campania.
Capace, tra le altre cose, di aggregare consenso e di fare campagne elettorali come pochi. Memoria storica del territorio, è uno dei rari Politici che possono vantare un considerevole “valore aggiunto” fatto di competenza, visione e analisi politica nonché comprovato riscontro elettorale negli anni. Anche per questo, nell’ora in cui ci accingiamo a competere con la peggiore (ma purtroppo molto forte) Destra d’Europa, mi appello anzitutto ai dirigenti nazionali del mio partito perché possano vagliare, con un supplemento di attenzione e rispetto, il profilo, la storia, il legame territoriale e le qualità politiche di Umberto Del Basso De Caro affinché possa riconsiderare la sua decisione.” Amen.
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