«Nei giorni scorsi ho avuto un incontro con il sindaco di Sassinoro Luca Apollonio e con il presidente del comitato civico “Rispetto e tutela del territorio” Nicola Zacchino per fare il punto sulla vicenda del biodigestore della New Vision, anche dopo l’inattesa sentenza del Consiglio di Stato che ha ribaltato completamente il verdetto del TAR. Non entro negli aspetti giuridici perché spetterà a chi di competenza farlo ma, a mio avviso, si pongono una questione tecnica e una politica. Per questo sarà necessario intraprendere due percorsi diversi», così il deputato Pasquale Maglione in una nota.
«Dal punto di vista tecnico – prosegue il deputato – i problemi restano quelli legati alla vulnerabilità cui si espone la diga di Campolattaro, a monte della quale dovrebbe sorgere l’impianto di trattamento rifiuti. E’ inconcepibile che il malfunzionamento del sito possa determinare la perdita delle centinaia di migliaia di euro che verranno investiti per l’invaso. Sull’aspetto diciamo puramente politico c’è invece una riflessione da fare. Personalmente trovo poco sostenibile che nella stessa area insistano, a pochi chilometri, due siti di trattamento organico dei rifiuti. Auspico che questa riflessione sia oggetto di discussione all’interno dell’Ato, in tal senso poco confortante è la diserzione della riunione odierna, perché una volta acclarato un impianto analogo nello STIR è necessario che si valuti l’opportunità di fare il possibile affinché quello realizzato a Sassinoro venga messo in discussione. I cittadini della zona sono quotidianamente invasi da olezzi e, ripeto, a valle c’è il nostro bacino di acqua potabile.
Nei prossimi giorni, come anticipato, sottoporrò alla Procura il dettagliato approfondimento tecnico realizzato dal TAR affinché la stessa possa valutare se tra le varie discrepanze rilevate vi siano profili penali da perseguire. È giusto che il Sannio avvii una razionale gestione del rifiuto prodotto ma è altrettanto giusto che a pagare le scelte errate siano i cittadini», così conclude Maglione.