Nella nota stampa del Sindaco Ferella, sulla decisione di rinunciare al progetto del centro di trasferenza rifiuti nel Comune di Baselice, vi è una ricostruzione artatamente distorta dei fatti, ma conoscendo il suo “modus operandi”, tutto questo non ci stupisce. Con ciò vuole stravolgere fatti, evidenti agli occhi di tutti i cittadini, con l’intento di ripulirsi la coscienza e di sfuggire dalle proprie responsabilità”. Cosi in una nota quattro consiglieri comunali di opposizione a Baselice, Nicola Colucci, Andrea Cormano, Massimo Maddalena e Lucio Pietrantuono.
“Chi non conosce la vicenda, leggendo tali dichiarazioni, potrebbe pensare che ci sia stata chissà quale campagna diffamatoria e/o accuse oscene. Si vuol far passare come vittima, l’Amministrazione comunale promotrice del sito di trasferenza (proposto all’insaputa dei cittadini), mentre come carnefici, i consiglieri comunali e i cittadini che hanno raccolta firme e fatto tutto il possibile per indurli a ritornare sui propri passi.
Ricordiamo al Sindaco che l’ottimo risultato raggiunto, è frutto solo della volontà dei cittadini baselicesi che liberamente e coscienziosamente hanno manifestato il proprio dissenso a tale iniziativa e che autonomamente hanno firmato e si sono prodigati a raccogliere più firme possibili.
Invece cosa ci sentiamo dire? Di cittadini costretti a firmare con l’inganno e le menzogne. Questo è inaccettabile per due motivi: perché i cittadini di Baselice non sono degli sprovveduti, ma sanno distinguere cosa è giusto o sbagliato per sé e per i propri figli, e perché hanno determinazione e carattere e non si fanno manipolare o influenzare.
Dopo il consiglio comunale del 13 luglio u.s., durante il quale il Sindaco ha manifestato la volontà di rinunciare al progetto, pensavamo che tutto si fosse risolto nel migliore dei modi, perchè resi conto della non realizzabilità del progetto, dell’invasività dell’opera per il territorio, della energica contrarietà dei baselicesi al progetto, tant’è che, non a caso, i post pubblicati dai noi consiglieri attraverso i quali si annunciava la notizia sono stati garbati, ed addirittura si ringraziava l’amministrazione per il gesto compiuto. Invece il Sindaco, facendosi portavoce anche dei suoi consiglieri di maggioranza, ha ritenuto necessario fare del vittimismo, appellandosi al falso clima di odio e terrore sociale che si sarebbe generato. In pratica ha riesumato la figura del martire politico, colui che non sapendo e/o potendo giustificare le proprie azioni, e non volendo accettarne la pochezza, non può che ergersi a martiri per suscitare compassione con lo scopo di assolversi e ripulirsi la coscienza. Altro che coscienza pulita.
Ma non è che alla fine, sono i cittadini di Baselice che devono ringraziare il Sindaco e l’amministrazione per aver rinunciato a un progetto impopolare, partito di notte, , alle spalle dei cittadini e senza renderli partecipi?
Riassumendo brevemente la questione. L’amministrazione comunale decide di autocandidarci per la realizzazione di un sito di trasferenza a Baselice, come detto, senza informare i cittadini, il tutto, in barba alla promessa della democrazia partecipata e della trasparenza.
I consiglieri di opposizione, venuti a conoscenza del progetto, informano i cittadini (cosa che hanno la maggioranza). Tutti i cittadini iniziano a manifestare con fermezza la propria contrarietà.
Il sindaco tiene un incontro informativo dove cerca di convincere i cittadini presenti, della loro volontà di procedere alla realizzazione del sito, ma in sala trova solo dissenso ed indignazione.
Dopo qualche giorno, vista l’importanza dell’argomento, per la prima volta nella storia di Baselice, un nutrito gruppo di studenti organizza un sit-in contro la realizzazione del sito e chiede di interloquire col Sindaco, ma in maniera del tutto democratica, non li riceve.
Non contento, il Sindaco organizza un incontro pubblico con i vertici dell’ATO di Caserta. Nella riunione, alla presenza di pochissime persone, una ventina, la musica è sempre la stessa: “ Il centro è un valido progetto, è una opportunità per il paese..”.
Appreso che l’Amministrazione non voleva rinunciare al progetto, non conto della volontà popolare, si organizza una raccolta firme che in poco tempo diventanooltre 1100 e si chiede un consiglio comunale per delibera la rinuncia al progetto ed a qualsivoglia contributo richiesto; in via subordinata, un’indizione referendaria.
Durante il consiglio comunale, il Sindaco asserisce di non voler rinunciare al progetto, vuole prendere tempo per riparlare e rispiegare alla gente il progetto. Alla fine, dopo una ampia ed accesa discussione, non ci resta che chiedere l’indizione del referendum (come ultima strada concessaci dalla vera democrazia partecipata), solo così, si decide per il referendum (a nulla sono valse le considerazioni dei consiglieri tese a far capire al Sindaco che oltre 1100 cittadini si erano già espressi attraverso la raccolta firme e che l’indizione del referendum sarebbe stato inutili e dispendiosa).
Nel consiglio comunale del 13 luglio si approva il regolamento per il referendum, il Sindaco poi comunica di rinunciare incondizionatamente alla realizzazione del sito, essendosi creato un clima d’odio con presunti a suo dire episodi di “terrorismo psicologico-minacce e violenze non tollerabili”.
Orbene, siamo seri, ci hanno provato fino alla fine, anche provando ad alzare il quorum, ed è chiaro che non sapevano più come uscirne. La scelta operata dall’Amministrazione Comunale è stata, di conseguenza una scelta “obbligata ed indotta” da un lato dalla tenacia dell’opposizione popolare, dall’altro perché non vi era altra strada per l’amministrazione, visto l’esito scontato del referendum. Altro che meriti nel caso di specie, gli elogi vanno solo alla popolazione.
Riteniamo che l’Amministrazione, anche in questa fase, anziché tentare di deresponsabilizzarsi attribuendo a taluni o tali altri colpe, che a ben vedere sono proprie, avrebbe dovuto agire ascoltando la volontà del popolo. È pretestuoso e poco corretto far passare anche sulla stampa il messaggio della rinuncia al sito di trasferenza per il clima di odio creatosi, per le accuse diffamatorie e le minacce presunte nei loro confronti. Il Sindaco avrebbe dovuto semplicemente accettare la chiara volontà popolare e ascoltare la volontà e le esigenze del cittadini.
Ricordiamo a noi stessi che l’opinione e le scelte dei cittadini, non devono essere accettate di buon grado a proprio piacimento ed a convenienza, ma la volontà popolare, il dissenso devono essere accettate sempre, anche quando stridono con una propria convinzione personale.
Ad ogni modo, il risultato ottenuto ci rasserena, ci tranquillizza, d’altronde è quello che si auspicava per Baselice indipendentemente da cosa o da chi abbia portato a questa conclusione; riteniamo che la problematica del centro di trasferenza che ci ha tenuto con il fiato sospeso per mesi, sia una questione di rilevanza sociale e non politica, di conseguenza non intendiamo accettare strumentalizzazioni politiche di sorta in merito.
Siamo convinti che questo passo indietro fatto dall’Amministrazione sia, in realtà, un passo in avanti per la democrazia partecipata e per Baselice.
Concludiamo con una citazione dell’avvocato e docente Louis Nizer “quando si punta il dito contro qualcuno, si dovrebbe ricordare che le altre dita della mano sono puntate contro sé stessi”.