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Ciampi: crisi idrica epocale ma la politica pensa alle poltrone e tra Irpinia e Sannio si va allo spezzatino societario

Ciampi: crisi idrica epocale ma la politica pensa alle poltrone e tra Irpinia e Sannio si va allo spezzatino societario

1 Luglio 2022 | by Redazione Av
Ciampi: crisi idrica epocale ma la politica pensa alle poltrone e tra Irpinia e Sannio si va allo spezzatino societario
Politica
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“Non comprendo come il drastico ridimensionamento della struttura societaria e gestionale del settore acqua operata dall’Ente idrico campano possa essere stata accolta con tanto favore. In particolare la scissione dell’Ente d’Ambito Calore irpino che darà luogo a quello Sannita. Nel silenzio dell’Eic intanto a Benevento è stato prorogato di un anno l’ affidamento alla Gesesa da parte del Comune. La legge regionale viene così ri-modellata nell’interesse di una moltiplicazione delle gestioni (e delle poltrone) e non all’interesse vero dei cittadini”. Il consigliere regionale del M5S, Vincenzo Ciampi, non ci sta e sulla divisione del distretto idrico Calore Irpino attacca a testa bassa. “Basta pensare a Napoli Nord o al nostro territorio, dove opere e risorse (Sorgenti di Caposele e Cassano, Diga di Campolattaro) dovevano rappresentare un fattore di sviluppo e occupazione per rafforzare una gestione pubblica dell’acqua e invece saranno oggetto di appetiti diversi con soggetti gestori più piccoli e meno attrezzati dal punto di vista industriale. Peraltro mentre si lascia Alto Calore al suo destino, senza decidere sull’affidamento del servizio o sulla salvaguardia – a Benevento si proroga una gestione dubbia ed oggetto di sanzione dall’Arera (Autorità di regolazione dei servizi di pubblica utilità) proprio per la Qualità tecnica del servizio e per la sua politica tariffaria”.

“Il settore idrico – aggiunge – è sotto gli occhi della magistratura, ed in Campania, invece di ripensare all’acqua pubblica con una gestione manageriale ed aggregazioni di gestori esistenti come al nord o nella vicina Puglia (che produrrebbero economie di scala e un approccio più equo verso una tariffa unica regionale), si prediligono soluzioni di ingegneria societaria che riportano indietro nel tempo e soprattutto opacizzano la gestione. Tante scatole cinesi molto simili allo sdoppiamento di tanti anni fa, quello che ha compromesso nel tempo la forza della società Alto Calore”.

E poi conclude: “La crisi idrica e ambientale sotto gli occhi di tutti, causata dal mutamento climatico, non insegna nulla. Proporrò approfondimenti in Consiglio regionale, la Giunta dovrà dare conto di queste fughe in avanti su altri territori e del mancato mantenimento degli impegni su Alto Calore che attendeva da 4 anni – salvaguardia, affidamento e finanziamento di 60 milioni sulle opere -.  Alto Calore da secondo gestore storico della Campania, si trova penalizzato sulle prospettive e con i suoi 126 comuni tra Irpinia e Sannio, senza finanziamenti del PNRR. Uno scandalo anche per le generazioni future della nostra terra”.

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