La vicenda della prorogatio di Gesesa sempre più annodata a filo doppio co0n le indagini della Procura della Repubblica di Benevento che indaga da ormai quattro anni sul conto della partecipata del comune. Il secondo parere, negativo rispetto al primo, da parte del Collegio dei Revisori dei Conti si articola proprio in relazione alla richiesta di rinvio a giudizio da parte della magistratura beneventana dell’assessore Pasquariello e del fu capogruppo della lista Mastella Quarantiello e che a quanto pare ha fatto traballare Serpico e compagni al punto tale da indurre il presidente Parente ad annullare il Consiglio di oggi che avrebbe dovuto votare la proroga di Gesesa. “A queste condizioni non si può procedere”, ha detto il presidente del Consiglio comunale a parere del quale non si poteva sottoporree i consiglieri tutti, ma quelli di maggioranza in modo particolare, ad un rischio oggettivamente altissimo. Consiglio che avrebbe potuto procedere ma Parente ha preferito, in accordo col sindaco, evitare possibili conseguenze politiche, il fuggi fuggi della maggioranza, insomma una situazione assai complicata da gestire. La Procura ha ribadito le motivazioni alla base della richiesta dei 31 complessivi rinvii a giudizio e cioè l’incompetenza del Consiglio comunale per la proroga o affidamento diretto a Gesesa del servizio. La stessa riunione di stamattina a Palazzo Mosti tra Collegio, Mastella e gli assessori Serluca, De Pierro e lo stesso Parente, è servita solo per capire le reali motivazioni di Serpico ma non ha dato alcuna risposta in più sul da farsi per uscire dalle sabbie mobili, anche se Mastella ha mostrato un certo ottimismo, forse di facciata, pur preferendo evitare di rilasciare dichiarazioni e non è una novità. Poi una seconda riunione nel suo studio e c’era anche l’assessore Pasquariello ma nulla è trapelato se non un certo clima di malcelata tranquillità. Ad ogni modo fa un certo effetto guardare alle date in successione delle quali si è arrivati sin qui. Il 19 maggio la delibera di giunta per il parere dell’Eic; il 25 la richiesta di rinvio a giuidizio del PM al Gup; il 6 giugno la fissazione del giudizio dinanzi al Gup per il 23 gennaio; il 9 giugno la risposta dell’Eic, assai informale, a Mastella; il 16 Parente convoca l’assise e il giorno stesso si diffonde la notizia relativa alla richiesta di rinvio a giudizio; lunedi il Collegio cambia le proprie valutazioni e induce Parente al dietrofront. Una cronistoria molto indicativa ed ora è cominciata la rincorsa frenetica ad una soluzione che vede pochissime vie d’uscita. Per Mastella una brutta gatta da pelare.