Di seguito nota stampa di Raffaele De Longis (Partito Democratico), consigliere comunale di Benevento e consigliere provinciale
“Abbiamo appreso nel corso della trionfalistica presentazione tenutasi a Palazzo Mosti che sono iniziati i lavori relativi al primo lotto per l’edificazione della struttura situata nella ex Caserma Pepicelli che ospiterà come primo step la nuova sede della Guardia di Finanza per poi dare origine ad una ben più complessa “Cittadella degli Uffici”.
Il nostro sindaco ha tenuto a farci sapere che solo in questa prima fase sono previsti 15 milioni di investimenti mentre per l’intera opera (da terminare nel 2026) i fondi in totale saranno 50 milioni con un risparmio per lo Stato in termini di affitti passivi di circa un milione l’anno. Ha parlato addirittura di “rilancio e rivitalizzazione di una intera area urbana con conseguente rigenerazione del territorio”.
Il nostro sindaco è il massimo esponente di quell’area politica che nel corso degli anni (ricordiamo, en passant, che Mastella è alla sua seconda consecutiva consiliatura, quindi stiamo parlando di lustri, non di poche settimane) non è minimamente riuscita neppure ad avviare a soluzione l’annosa querelle relativa ai magnifici pini che adornano la parte alta della città. A tutt’oggi l’unica soluzione messa in campo è consistita nella mostruosa recinzione di queste meraviglie della natura con oscene barriere di plastica arancione che nel corso del tempo si sono irrimediabilmente degradate, non sono state sostituite e sono diventate un autentico pericolo per il traffico veicolare (sempre en passant, ricordiamo l’incidente occorso alcuni giorni or sono ad un malcapitato motociclista a via Fratelli Rosselli che è rovinato al suolo dopo essersi trovato avviluppato da una di queste ormai estremamente pericolose reti di plastica arancione che svolazzava come vela al vento) oltre che un ricettacolo di rifiuti e detriti rovinando irrimediabilmente l’estetica di quella che una volta era area felicemente destinata alle passeggiate all’ombra delle folte chiome di questi alberi di alto fusto e che costituiva una delle zone più belle e godibili della nostra città, ahinoi degradatasi progressivamente.
Nulla di sensato ci è stato detto sul sicuro intollerabile sovraccarico di traffico (basti pensare a ciò che è di recente accaduto quando nella suddetta ex caserma si procedeva a pieno regime alle vaccinazioni per il Covid) che la mirabile opera comporterà quando sarà a regime, anche a causa della geniale soluzione di restringere la carreggiata con apposita segnaletica (anch’essa ormai degradata) per evitare che gli autoveicoli finissero irrimediabilmente danneggiati dall’asfalto fortemente sconnesso a causa delle radici dei pini. Pare che sia impossibile (almeno per la nostra attuale amministrazione) trovare una soluzione ingegneristicamente valida a questo problema: come sarà mai possibile procedere ad una efficace ripavimentazione del viale degli Atlantici quando sul pianeta Terra evidentemente nessuno è riuscito ad individuare una soluzione?
Per brevità, tralasciamo di dilungarci su altre essenziali problematiche che emergeranno in merito alla edificanda “Cittadella Fiscale”: la acclarata inidoneità edilizia e non rispondenza alle normative sismiche vigenti delle palazzine in questione, la violazione del vincolo storico-ambientale posto dal PUC vigente ai sensi del Decreto Legislativo n. 42/2004, art. 136, l’ormai necessario e non più procrastinabile (per la nostra attuale Amministrazione) abbattimento dei suddetti pini killer (più volte in altre occasioni così definiti), la assoluta insufficienza dei posti auto per il parcheggio dei dipendenti e degli utenti così come certificato a suo tempo dallo stesso dirigente comunale, poi rimosso, ing. Maurizio Perlingieri. Per carità di patria ci fermiamo qui.
Insomma, una serie di disastri sta per abbattersi sulla testa dei poveri beneventani con sicuro peggioramento estetico e della qualità di vita dell’area urbana che il sindaco vorrebbe “rivitalizzare”, cittadini che, ovviamente, non sono stati minimamente consultati e sono stati trattati ancora una volta come obbedienti sudditi: il lupo perde il pelo ma non il vizio”.