Vigorito resta. Non c’era dubbio alcuno che non restasse al suo posto e nella diretta televisiva in modalità soliloquio lo ha tenuto a precisare. Un discorso breve ma incisivo che ha sortito il plauso della tifoseria a ranghi quasi compatti cui il magnate si è rivolto come aveva espresso in abbrivio, senza filtri e col cuore in mano. Ha invitato il popolo tifoso a tornare allo stadio, la torcida ad essere più vicina al “conjunto rojo-amarillo” e lo ha fatto con le armi tipiche del patron, un po “laurino”, un po paternale. Ha riespresso la sua passione per la piazza e la piazza lo acclama come l’unico in grado di succedere a sè stesso. Un quarto d’ora scarso di anema e core ma di possanza ragguardevole, un messaggio alla patria calcistica senza filtri, come aveva detto al momento della scelta della modalità con la quale si sarebbe rivolto ai tifosi. Baipassando la stampa ma utilizzando i suoi canali. Nessuna indulgenza a scoprire pienamente le carte, per esempio l’essenza di quell’oretta scarsa passata a Ceppaloni dal sindaco, dei contenuti di quel dialogo. Tutto è top secret sebbene si sia provato a sapere quali siano stati i punti avanzati da Vigorito. Nel frattempo il Comune ha subito affidato la concessione annuale. Mastella ha tenuto a precisare che l’Amministrazione farà quanto è nelle proprie possibilità, con l’occhio bene attento al severo giudizio della Corte dei Conti
